Rischio a lungo termine di miocarditi nei pazienti con IBD

I pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) hanno un aumentato rischio di miocarditi, specialmente in forma grave, entro 20 anni dalla diagnosi, anche se il rischio assoluto sarebbe basso. A mostrarlo è uno studio guidato da Jiangwei Sun, del Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’American Journal of Gastroenterology.

L’indagine è stata condotta sulla coorte nazionale di 83.264 pazienti svedesi con IBD che comprende 24.738 pazienti con malattia di Crohn, 46.409 pazienti con colite ulcerosa e 12.117 con IBD non classificata. Questi sono stati messi a confronto con 391.344 persone della popolazione generale e 96.149 tra fratelli e sorelle dei pazienti, ma senza IBD.

Nel corso del follow-up medio di 12 anni, si sono verificati 256 casi di miocardite nei pazienti con IBD, con un tasso di incidenza (IR) di 22,6/100mila persone l’anno, e 710 nei soggetti di riferimento, con un tasso di incidenza di 12,9. L’Hazard ratio ‘aggiustato’ (aHR) è stato, dunque, di 1,55 (IC 95%, 1,33 – 1,81) e il rischio è rimasto per 20 anni dopo la diagnosi di IBD. In particolare, l’aumento del rischio è stato osservato nella malattia di Crohn, con un aHR di 1,48 (IC 95%, 1,11 – 1,97) e nella colite ulcerosa, con un aHR di 1,58 (IC 95%, 1,30 – 1,93). La IBD è stata associata anche a miocardite grave, con un IR di 10,1 rispetto a 3,5 (aHR 2,44; IC 95%, 1,89 – 3,15), indipendentemente dal sottotipo di IBD. Le analisi di confronto tra fratelli hanno portato a risultati simili.

 Fonte: Am J Gastroenterol 2024

https://journals.lww.com/ajg/abstract/9900/long_term_risk_of_myocarditis_in_patients_with.1017.aspx

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