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I pazienti con malattie infiammatorie intestinali (IBD) adottano una moltitudine di strategie per affrontarle, alcune adattive e altre disadattive. Questi […]
Una dieta con pochi carboidrati migliora il reflusso
Secondo uno studio pubblicato su Nutrients, diete a basso contenuto di carboidrati permettono un miglioramento significativo negli esiti correlati al reflusso gastroesofageo, mentre una velocità di alimentazione lenta non riduce gli eventi di reflusso. “Le linee guida internazionali raccomandano gli interventi dietetici come una base fondamentale per i pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). Mancano tuttavia prove che confermino l’efficacia di queste modalità di trattamento” spiega Narisorn Lakananurak, della Chulalongkorn University, The Thai Red Cross Society, Bangkok, Thailandia, primo nome dello studio.
I ricercatori, per colmare questa lacuna, hanno cercato di valutare l’efficacia degli interventi dietetici sugli esiti correlati alla MRGE praticati in studi di intervento su pazienti con la malattia. Per questo hanno portato avanti una revisione sistematica e una metanalisi utilizzando i database PubMed/MEDLINE, Web of Sciences e Scopus. Sono stati inclusi nell’analisi 21 studi con 16 diversi tipi di interventi dietetici, suddivisi in diete a basso contenuto di carboidrati (tre studi), diete ad alto contenuto di grassi (due studi), studi sulla velocità di alimentazione (tre studi), diete a basso contenuto di FODMAP (due studi) e altri interventi (12 studi).
Le diete a basso contenuto di carboidrati hanno comportato una riduzione significativa del tempo di esposizione all’acido esofageo, mentre una velocità lenta nel mangiare non ha portato a una percentuale inferiore di eventi di reflusso rispetto al consumo veloce del cibo. La maggior parte degli altri interventi hanno mostrato effetti positivi in un solo studio. “Le prove complessive riguardanti gli interventi dietetici nella MRGE rimangono scarse. Servono studi randomizzati di alta qualità e a lungo termine per confermare gli effetti degli interventi dietetici nei pazienti con questa patologia” concludono gli esperti.
Fonte: Nutrients. 2024
https://www.mdpi.com/2072-6643/16/3/464
