La prevalenza dell’asma severo nei bambini in Europa
Un gruppo di ricercatori italiani ha esaminato la prevalenza dell’asma severo nei bambini in Europa di età compresa tra 5 […]
I ricercatori del Weill Institute for Neurosciences, dell’Università di California San Francisco, hanno utilizzato un dispositivo impiantato nel cervello per registrare, per la prima volta, segni oggettivi di dolore cronico. Diverse volte al giorno per un massimo di sei mesi, l’impianto ha registrato l’attività cerebrale di quattro persone e gli scienziati hanno abbinato tale attività ai sintomi auto-riferiti dai pazienti. Un partecipante ha riportato dolore fantasma da una gamba amputata, gli altri avevano sensazioni inspiegabili dopo un ictus. Quando i partecipanti sentivano dolore cronico, veniva rilevata l’attività cerebrale nella corteccia orbito-frontale. I risultati sono stati riportati dalla rivista Nature Neuroscience.
Le sindromi dolorose croniche sono spesso refrattarie al trattamento e causano notevoli sofferenze e disabilità. La gravità del dolore è spesso misurata sulla base di quanto riportato dai pazienti, poiché mancano biomarcatori oggettivi che possano guidare la diagnosi e il trattamento. Inoltre, si sa poco su quale attività cerebrale sia alla base del dolore cronico su scale temporali clinicamente rilevanti, o in che modo ciò sia correlato al dolore acuto. Nello studio i ricercatori hanno impiantato elettrodi intracranici cronici nella corteccia cingolata anteriore e nella corteccia orbito-frontale (OFC) di quattro individui con dolore neuropatico refrattario. I partecipanti hanno riportato metriche del dolore coincidenti con registrazioni neurali dirette ambulatoriali ottenute più volte al giorno per mesi. Gli scienziati hanno predetto con successo i punteggi di gravità del dolore cronico intra-individuale dall’attività neurale con alta sensibilità utilizzando metodi di apprendimento automatico. La decodifica del dolore cronico si basava su cambiamenti di potenza sostenuti dall’OFC, che tendevano a differire dai modelli transitori di attività associati a stati di dolore evocati acuti durante un’attività. Pertanto, concludono gli autori, i segnali OFC intracranici possono essere utilizzati per prevedere lo stato di dolore cronico spontaneo nei pazienti.
Fonte: Nat Neurosci. 2023
https://www.nature.com/articles/s41593-023-01338-z
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