L’IA può migliorare la diagnosi precoce dei tumori al seno d’intervallo

Un nuovo studio guidato da ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center di UCLA Health suggerisce che l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe aiutare a individuare i tumori al seno d’intervallo – quelli che si sviluppano tra gli screening di routine – prima che diventino più avanzati e difficili da trattare. Questo potrebbe portare a pratiche di screening migliori, trattamenti più tempestivi e risultati clinici più favorevoli.

Pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, lo studio ha rilevato che l’IA è stata in grado di identificare prima i tumori “visibili alla mammografia” ma non rilevati dai radiologi, oppure con segni molto lievi, spesso al di sotto della soglia visiva umana.

I ricercatori stimano che l’integrazione dell’IA nello screening potrebbe ridurre del 30% i tumori d’intervallo.

«Questo è importante perché questi tumori potrebbero essere individuati prima, quando sono più trattabili», ha detto la prof.ssa Tiffany Yu, radiologa e prima autrice dello studio. «Una diagnosi precoce può significare trattamenti meno aggressivi e migliori esiti per le pazienti».

Sebbene studi simili siano stati condotti in Europa, questo è tra i primi a esplorare l’uso dell’IA per i tumori d’intervallo negli Stati Uniti. Le pratiche di screening infatti differiscono: negli USA si usa la tomosintesi digitale (DBT, o mammografia 3D) con controlli annuali, mentre in Europa si utilizza la mammografia digitale (DM, 2D) con cadenza biennale o triennale.

Lo studio retrospettivo ha analizzato circa 185.000 mammografie eseguite tra il 2010 e il 2019, individuando 148 casi di tumore al seno d’intervallo. I radiologi hanno poi classificato i tumori secondo uno schema europeo in: errore di lettura, segni minimi-azionabili, segni minimi-non azionabili, tumore d’intervallo vero, occulto (invisibile) ed errore tecnico.

L’IA ha analizzato le mammografie iniziali, assegnando un punteggio da 1 a 10 per il rischio oncologico. Un punteggio pari o superiore a 8 indicava un possibile sospetto.

Principali risultati:

«Nonostante i risultati promettenti, abbiamo riscontrato anche limiti e imprecisioni da esplorare in contesti reali», ha dichiarato la prof.ssa Hannah Milch, coautrice dello studio. Ad esempio, sebbene l’IA abbia segnalato il 69% delle mammografie con tumori occulti, ha identificato correttamente la sede esatta del tumore solo nel 22% dei casi.

Serviranno studi prospettici più ampi per capire come integrare l’IA nella pratica clinica e come gestire i casi in cui segnala anomalie non visibili all’occhio umano, specialmente se con scarsa precisione localizzativa.

«Anche se l’IA non è perfetta e non dovrebbe operare da sola, può rappresentare un valido supporto per individuare i tumori più difficili da diagnosticare», ha aggiunto Yu. «L’obiettivo è fornire ai radiologi strumenti migliori e dare alle pazienti maggiori possibilità di diagnosi precoce, con impatto potenzialmente salvavita».

Fonte: Journal of the National Cancer Institute

https://academic.oup.com/jnci/advance-article/doi/10.1093/jnci/djaf103/8116029#google_vignette

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