Correlazioni genetiche tra Alzheimer e microbioma intestinale

I risultati di un nuovo studio dell’UNLV confermano la presenza di un legame tra la salute dell’intestino e la Malattia di Alzheimer. Per l’analisi, pubblicata dalla rivista Nature Scientific Reports, i ricercatori hanno esaminato i dati di dozzine di studi passati sulla connessione intestino-cervello. Hanno così trovato una correlazione significativa tra 10 tipi specifici di batteri intestinali e la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer. Sei categorie di batteri – Adlercreutzia, gruppo Eubacterium nodatum, Eisenbergiella, gruppo Eubacterium fissicatena, Gordonibacter e Prevotella – sono stati identificati come protettivi e quattro tipi di batteri – Collinsella, Bacteroides, Lachnospira e Veillonella – sono stati identificati come fattori di rischio per l’Alzheimer malattia.

Utilizzando il più grande studio di associazione sull’intero genoma del microbiota intestinale del consorzio MiBioGen, i ricercatori hanno determinato la correlazione genetica tra 119 tipi di batteri e l’Alzheimer. Per confermare i risultati del campione di scoperta, hanno successivamente ripetuto l’analisi del punteggio di rischio poligenico (PRS) in un campione di replica e quindi eseguito una meta-analisi con i risultati PRS di entrambi i campioni. Infine, hanno condotto un’analisi di regressione lineare per valutare la correlazione tra i PRS per i generi significativi e i genotipi APOE.

Nel campione di scoperta, 20 tipi di batteri del microbiota intestinale sono stati inizialmente identificati come geneticamente associati all’AD. Di questi 20, tre generi (Eubacterium fissicatena come fattore protettivo, Collinsella e Veillonella come fattore di rischio) erano significativi in modo indipendente nel campione di replicazione. La meta-analisi con campioni di scoperta e replica ha confermato che dieci generi avevano una correlazione significativa con l’AD, quattro dei quali erano significativamente associati all’allele di rischio APOE rs429358 in una direzione coerente con la loro designazione protettiva/di rischio nell’associazione AD. In particolare, il genere proinfiammatorio Collinsella, identificato come fattore di rischio per AD, era positivamente correlato con l’allele di rischio APOE rs429358 in entrambi i campioni. Nel complesso, i fattori genetici dell’ospite che influenzano l’abbondanza di dieci generi sono significativamente associati all’AD, suggerendo che questi generi possono fungere da biomarcatori e bersagli per il trattamento dell’AD.

Fonte: Sci Rep 13, 5258 2023

https://www.nature.com/articles/s41598-023-31730-5#Sec17

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