Sicurezza sul lavoro. Screening oncologici in orario di lavoro e più poteri al medico competente
Un pacchetto di misure a tutto campo per rafforzare la tutela della salute dei lavoratori. È quanto approvato […]
In attesa di capire se il Governo intenderà confermare o riformare l’istituto del payback e se vorrà rivedere il tetto di spesa per i dispositivi medici – tema attualmente all’esame di un Tavolo tecnico presieduto dal Ministro dell’Economia – i dati relativi agli ultimi sei anni offrono alcune indicazioni significative per le prossime scelte legislative.
L’analisi dell’andamento della spesa pubblicato dalla Corte dei Conti mostra infatti una crescita costante anche dopo il 2018, con uno sfondamento strutturale del tetto fissato al 4,4% del Fondo sanitario regionale (FSR). Dopo la forte accelerazione legata alla pandemia, dal 2021 al 2024 l’aumento è risultato più graduale ma continuo, in linea con il crescente fabbisogno di dispositivi medici. In rapporto al FSR, la spesa totale è passata dal 5,6% del 2019 al 6,3% del 2024.
Le differenze tra le regioni restano marcate. Pesano fattori strutturali e gestionali come le caratteristiche demografiche ed epidemiologiche, i diversi modelli organizzativi, la presenza di strutture private accreditate, il livello di adozione delle tecnologie innovative e la capacità di controllo della spesa pubblica.
Considerando uno scenario a legislazione vigente, lo scostamento complessivo dal tetto di spesa per dispositivi medici accumulato dalle Regioni negli ultimi cinque anni – escludendo il 2020, non computato per effetto della pandemia – ammonterebbe a circa 10,5 miliardi di euro, a fronte dei 4,4 miliardi certificati nel quadriennio 2015-2018.
Applicando le regole attuali del payback, la quota a carico delle imprese produttrici sarebbe pari a circa 5,2 miliardi di euro. Le Regioni del Nord Italia risulterebbero le più coinvolte, con circa 2 miliardi (40%), in particolare il Veneto (681 milioni) e il Piemonte (590 milioni). Seguono le Regioni del Centro con 1,15 miliardi (22%), di cui 608 milioni per la Toscana; il Sud con 964 milioni (19%), tra cui 437,5 milioni per la Puglia e 220 per la Campania; le Regioni a statuto speciale del Sud con 539 milioni (10%) e quelle del Nord con 483 milioni (9%), quasi la metà dei quali imputabili al Friuli Venezia Giulia.
Va infine ricordato che, ai sensi della legge di bilancio 2022 (art. 1, comma 287), per gli anni 2020 e 2021 sono stati esclusi dal computo del limite di spesa i dispositivi medici acquistati dalle Regioni e dalle Province autonome per il contrasto all’emergenza Covid-19, rientranti nell’elenco della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicato agli “Acquisti di dispositivi e attrezzature per il contrasto all’emergenza Covid-19”.