G7 Salute al via. Schillaci: “Riaffermare che la salute è un bene fondamentale per la società”
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Un recente studio pubblicato sulla rivista Neurology ha esaminato l’associazione tra l’aderenza alla dieta MIND (Mediterranean-Dietary Approaches to Stop Hypertension Intervention for Neurodegenerative Delay) e l’incidenza del declino cognitivo in una coorte prospettica birazziale.
Utilizzando i dati del questionario sulla frequenza alimentare dello studio REasons for Geographic and Racial Differences in Stroke, i ricercatori hanno confrontato l’aderenza alla dieta MIND con l’incidenza del declino cognitivo in partecipanti di origine africana e caucasici.
I risultati hanno mostrato che una maggiore aderenza alla dieta MIND è associata a una ridotta incidenza di declino cognitivo, con un odds ratio (OR) di 0,96 (95% CI 0,93–0,99, p = 0,02) dopo aver aggiustato per vari fattori. In particolare, l’aderenza alla dieta MIND è risultata associata a un rischio ridotto di declino cognitivo nelle partecipanti femminili (OR 0,92, 95% CI 0,89–0,96, p < 0,001), ma non nei partecipanti maschili (OR 1,01, 95% CI 0,97–1,06, p = 0,64). Inoltre, l’aderenza alla dieta MIND è stata un miglior predittore del declino cognitivo nei partecipanti di origine africana (β = 0,04, SE = 0,007, p < 0,001) rispetto ai partecipanti caucasici (β = 0,03, SE = 0,004, p < 0,001).
Questo studio suggerisce l’importanza della dieta MIND nella prevenzione del declino cognitivo, con differenze tra i sessi ed etnie.
Fonte: Neurology
https://www.neurology.org/doi/10.1212/WNL.0000000000209817
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