Resezioni colorettali robotiche ambulatoriali: revisione sistematica

La chirurgia colorettale ha fatto grandi progressi attraverso tecniche minimamente invasive, laparoscopiche e robotiche. Con l’avvento dei protocolli ERAS (enhanced recovery after surgery), i tempi di recupero dei pazienti si sono notevolmente ridotti consentendo la dimissione in giornata (SDD). Sebbene la SDD sia stata esplorata attraverso revisioni della colectomia laparoscopica, ad oggi non esistono indagini esaustive relative alle resezioni colorettali ambulatoriali robotizzate (RACrR). Per questo motivo, un gruppo di ricercatori ha svolto una ricerca sistematica di tre database e sono state fatte ricerche anche sul web. I dati sono stati selezionati ed estratti da due revisori indipendenti. I criteri di inclusione comprendevano resezioni colorettali robotizzate con una durata di degenza ospedaliera inferiore a un giorno (24 ore). Alla fine, il team ha selezionato 4 studi per un totale di 136 pazienti. Il 56% dei partecipanti erano donne e avevano un’età compresa tra 21 e 89 anni. Le principali indicazioni chirurgiche erano il cancro del colon-retto e la diverticolite ricorrente del sigma (43% ciascuno). Inoltre, la maggior parte dei soggetti valutati presentava resezioni anteriori basse (48%).

Nel complesso, è stato rilevato un tasso di complicanze postoperatorie del 4% e solamente un paziente ha richiesto un nuovo ricovero a causa della ritenzione urinaria postoperatoria (< 1%). I criteri di selezione prevedevano valori limite del punteggio ASA nonché uno stato nutrizionale e condizioni di salute specifiche. I protocolli utilizzavano aspetti condivisi tra i quali la formazione ERAS, i blocchi del piano transaddominale, la rimozione precoce dei cateteri urinari, un regime di risparmio di oppioidi, l’incoraggiamento nei confronti della nutrizione orale precoce e la ripresa della deambulazione prima della dimissione. Tutti e 4 gli studi prevedevano vari metodi di follow-up che prevedevano telemedicina, consultazioni in presenza e team di assistenza virtuali. Gli Autori concludono che il RACeR è sicuro e fattibile in una popolazione di pazienti altamente specifica. Sono tuttavia necessari ulteriori studi di alta qualità con campioni di dimensioni più ampie, per trarre conclusioni più significative, considerata la modesta dimensione del campione e il potenziale rischio di bias presente a causa della natura retrospettiva di 2 studi.

Fonte: J Robot Surg. 2024

https://link.springer.com/article/10.1007/s11701-024-01961-3

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