Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
Questo studio di coorte retrospettivo ha visto l’inclusione di 1.158 pazienti con indice di massa corporea mediano e steatoepatite fibrotica non alcolica senza cirrosi dimostrata da biopsia. All’interno del gruppo di studio, 650 individui erano stati sottoposti a chirurgia bariatrica e 508, invece, facevano parte del gruppo di controllo non chirurgico.
Partendo quindi dal fatto che la chirurgia bariatrica è stata significativamente associata a un minor rischio di esiti avversi al fegato e di natura cardiovascolare, i ricercatori hanno voluto individuare una possibile associazione tra chirurgia bariatrica ed esiti avversi maggiori al fegato o eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) in pazienti con steatoepatite non alcolica e obesità nel follow-up a lungo termine.
Alla fine dello studio SPLENDOR (Surgical Procedures and Long-term Effectiveness in NASH Disease and Obesity Risk), 5 pazienti nel gruppo di chirurgia bariatrica e 40 pazienti nel gruppo di controllo non-chirurgico hanno manifestato esiti avversi epatici maggiori, mentre 39 pazienti nel gruppo di chirurgia bariatrica e 60 pazienti nel secondo gruppo hanno sperimentato MACE. Infatti, gli esiti primari valutati sono stati l’incidenza dei principali esiti avversi epatici (progressione a cirrosi clinica o istologica, sviluppo di carcinoma epatocellulare, trapianto di fegato o mortalità correlata al fegato) e MACE (un composito di eventi coronarici, eventi cerebrovascolari, insufficienza cardiaca o morte cardiovascolare).
L’incidenza cumulativa di MACE a 10 anni, perciò, è stata dell’8,5% nel gruppo di chirurgia bariatrica e del 15,7% nel gruppo non chirurgico.
Quindi, tra i pazienti con steatoepatite non alcolica e obesità, la chirurgia bariatrica, rispetto alla gestione non-chirurgica, è stata associata a un rischio significativamente inferiore di eventi avversi epatici maggiori e di eventi avversi cardiovascolari maggiori.
Fonte: JAMA