Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
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All’inizio della pandemia, un terzo delle persone sopravvissute al cancro erano preoccupate dalla possibilità che la situazione e una possibile infezione avrebbe influenzato la loro prognosi.
È quanto riporta uno studio condotto tra marzo e aprile del 2020 dai ricercatori dell’American Cancer Society e pubblicato dalla rivista Journal of Psychosocial Oncology.
I ricercatori hanno analizzato le risposte al sondaggio di 972 pazienti. Molti sopravvissuti hanno subito interruzioni nei trattamenti sanitari con la pandemia, il 77% era preoccupato per il ricovero in terapia intensiva o morte se affetto da Covid-19.
Le persone erano in genere preoccupate per i ritardi nelle cure che avrebbero potuto portare a recidive o al non trattamento di sintomi, inclusi i problemi di salute mentale.
Nelle risposte aperte molti intervistati hanno poi evidenziato un punto la cui importanza era stata sottovalutata dai ricercatori: la preoccupazione nel non poter portare un accompagnatore agli appuntamenti in ospedale.
“Questo studio dimostra l’importanza di una comunicazione chiara tra operatori sanitari e pazienti che sperimentano preoccupazioni e incertezze che possono influire sulla salute mentale durante la pandemia, poiché il panorama dell’assistenza continua a cambiare”, precisa Corinne Leach, prima autrice dello studio.
Fonte: Journal of Psychosocial Oncology