Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
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Un’ipertensione preesistente è un fattore di rischio per esiti critici nei pazienti con COVID-19. Questo è quanto ha concluso uno studio pubblicato su Hypertension Research, nel quale si legge anche che gli indici della pressione arteriosa sono biomarcatori utili per prevedere gli esiti del COVID-19, in particolare nei pazienti senza ipertensione preesistente. “L’effetto di un’ipertensione preesistente sulla prognosi del COVID-19 è un argomento tuttora controverso. In effetti, nessuno studio ha confrontato l’associazione tra gli indici di pressione arteriosa (BP) al momento del ricovero e gli esiti del COVID-19 tenendo conto dello stato di ipertensione preesistente” afferma Kaori Sakurai, della Keio University School of Medicine, Tokyo, Giappone, prima autrice del lavoro.
Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno indagato l’associazione tra ipertensione preesistente ed esiti COVID-19 in pazienti giapponesi con COVID-19, e hanno valutato l’impatto degli indici pressori sul ricovero e sugli esiti clinici in pazienti con e senza ipertensione preesistente, confermata sulla base dell’anamnesi clinica del paziente. Gli esiti critici sono stati definiti come uso di ossigeno ad alto flusso, ventilazione a pressione positiva non invasiva e invasiva, ossigenazione extracorporea a membrana o morte durante il ricovero ospedaliero.
Gli esperti hanno trovato una ipertensione preesistente nel 64,6% dei pazienti. L’analisi di regressione logistica multivariata dei gravi fattori di rischio COVID-19 ha indicato che l’ipertensione preesistente era indipendentemente associata a esiti critici. Una pressione arteriosa bassa o alta e una pressione pulsatoria elevata al momento del ricovero sono state associate a esiti critici in pazienti senza ipertensione preesistente.
“L’anamnesi dell’ipertensione, e i valori della pressione arteriosa sistolica e della pressione differenziale dovrebbero essere valutati per prevedere esiti gravi di COVID-19” concludono gli autori.
Fonte: Hypertens Res. 2023
https://www.nature.com/articles/s41440-023-01490-w