Esercizi 3D per la scoliosi nell'artrite idiopatica giovanile
Nel trattamento della scoliosi nei bambini con artrite idiopatica giovanile (AIG), gli esercizi tridimensionali (3D) sembrano essere più efficaci rispetto […]
Una revisione sistematica del 2023 pubblicata su Current rheumatology reviews ha evidenziato che l’artrite reattiva (ReA ) può essere una possibile conseguenza dell’infezione da COVID-19.
I ricercatori della Shahid Beheshti University of Medical Sciences e della Kerman University of Medical Sciences in Iran, e dell’University of Windsor in Canada hanno effettuato una ricerca per identificare gli studi che trattavano l’associazione tra ReA e COVID-19. Nello studio hanno incluso 35 rapporti pubblicati fino al 2022 che coinvolgevano pazienti di diverse età, in media 41 anni, provenienti da sedici Paesi. Dai risultati è emerso che il numero e la localizzazione delle articolazioni colpite erano diversi nei pazienti inclusi, con una maggiore prevalenza di poliartrite nel 41,5% di tutti i casi, e che le manifestazioni cutanee e i disturbi visivi erano i sintomi associati più comuni. Inoltre, i dati hanno mostrato che la maggior parte dei pazienti, il 95,1%, guariva, con un tempo medio di recupero di 24 giorni e che l’artrite indotta da COVID-19 sembrerebbe guarire più rapidamente della ReA dovuta ad altre infezioni.
La ReA, quindi, può essere una possibile conseguenza dell’infezione da COVID-19. Tuttavia, poiché il dolore muscoloscheletrico è un sintomo frequente del COVID-19, la malattia con esordio rapido può essere diagnosticata in modo errato. Pertanto, i medici dovrebbero considerare la ReA una diagnosi differenziale fondamentale nei pazienti con gonfiore articolare post-COVID19. Bisognerà condurre ulteriori analisi per confermare questi risultati.
Fonte: Current rheumatology reviews
https://www.eurekaselect.com/article/130179
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