Circoncisione e riduzione del rischio di HIV: i meccanismi

La circoncisione medica maschile volontaria (VMMC) è una procedura chirurgica che riduce il rischio di contrarre l’HIV di quasi due terzi. Tuttavia, l’implementazione di questa pratica a livello globale è in ritardo, e ciò è dovuto almeno in parte all’esitazione diffusa in molte popolazioni nei confronti della VMMC.

Una migliore comprensione da parte degli operatori sanitari e dei loro pazienti riguardo al meccanismo/meccanismi attraverso i quali questa procedura è in grado di proteggere dall’HIV, potrebbe aumentare l’accettazione della VMMC e ampliare il suo utilizzo come valido strumento per la riduzione del rischio di contagio. 

La penetrazione dell’HIV nel pene non circonciso avviene preferenzialmente attraverso i tessuti interni del prepuzio a causa di una maggiore suscettibilità legata a livelli elevati di citochine infiammatorie nello spazio sotto-prepuziale e a una maggiore densità tissutale di cellule T CD4+, elementi particolarmente sensibili nei confronti di questo virus.

L’infiammazione può essere causata da infezioni a trasmissione sessuale ma è più comunemente indotta da specifici componenti anaerobi del microbioma penieno. La circoncisione ha un effetto protettivo sia rimuovendo direttamente i tessuti suscettibili del prepuzio interno, sia inducendo la formazione di un microbioma penieno residuo meno sensibile nei confronti della flogosi. La migliore comprensione di questi meccanismi può non solo aumentare l’accettabilità della VMMC, e quindi dare nuovo slancio ai programmi globali di VMMC, ma può anche portare ad approcci non chirurgici di prevenzione dell’HIV incentrati sull’immunologia e/o sul microbiota del pene.

Curr HIV/AIDS Rep. 2022

https://link.springer.com/article/10.1007/s11904-022-00634-w

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