Covid-19 e Hiv: rischio cardiovascolare aumentato nel primo anno post-infezione

Uno studio condotto dal Centro per gli Studi Epidemiologici sulle IST e l’AIDS della Catalogna (CEEISCAT) – un gruppo dell’Istituto di Ricerca Germans Trias i Pujol (IGTP) -, la Fundació Lluita contra les Infeccions (FLI), e l’Ospedale Universitario di Odense (OUH), ha rivelato che le persone che vivono con l’Hiv e che sono state affette da Covid-19 sperimentano un significativo aumento del rischio di malattie cardiovascolari nell’anno successivo all’infezione.

Il progetto, condotto nell’ambito della Coorte PISCIS di individui che vivono con l’Hiv in Catalogna e nelle Isole Baleari, ha esaminato oltre 18.000 persone, a 4.000 delle quali era stato diagnosticato il Covid-19 tra il 2020 e il 2022. Di tutte le persone studiate, 832 avevano sofferto di una malattia cardiovascolare, e si è notato che coloro che avevano contratto virus Sars-CoV-2 avevano un rischio aumentato del 30% di sviluppare malattie cardiovascolari un anno dopo l’infezione da coronavirus, in particolare nei primi sei mesi.

La ricercatrice che ha guidato lo studio, la dottoressa Raquel Martín-Iguacel, nota che “le malattie cardiovascolari più comuni osservate in questo gruppo sono stati coaguli di sangue nei polmoni o nelle gambe, così come l’insufficienza cardiaca e varie malattie cardiache”. Martín-Iguacel, medico associato nel Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Universitario di Odense (Danimarca) e ricercatrice del CEEISCAT, sottolinea “l’importanza della vaccinazione contro il Covid-19 nelle persone con Hiv come misura preventiva chiave”.

Lo studio ha identificato diversi fattori associati ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari tra le persone che vivono con l’Hiv, tra cui l’età, essere un uomo o una donna eterosessuale, la presenza di precedenti malattie cardiovascolari, e altre condizioni come la malattia renale o epatica cronica.

Martín-Iguacel sottolinea l’importanza di “sollecitare i pazienti che hanno avuto il Covid-19 a essere consapevoli di questo aumento del rischio e a gestire altri fattori di rischio cardiovascolare, come il diabete, l’ipertensione o il colesterolo alto”.

Allo stesso modo, lo studio serve come avvertimento per i medici che si prendono cura degli individui con Hiv, che dovranno considerare questo aumento del rischio cardiovascolare durante il primo anno dopo l’infezione.

Fonte: Clin Microbiol Infect. 2024

https://www.clinicalmicrobiologyandinfection.com/article/S1198-743X(24)00064-8/abstract

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