Dieta mediterranea benefica per il microbiota, ridurrebbe il rischio di IBD

La dieta mediterranea, attraverso l’assunzione di composti benefici che influenzano il microbiota e l’ambiente intestinale, sarebbe collegata a un rischio inferiore di malattie infiammatorie intestinali (IBD). A mostrarlo, su Nutrients, è una review pubblicata da un team italiano guidato da Sara Deleu e Franco Scaldaferri, della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma.

Il microbioma intestinale ha un ruolo chiave nelle IBD e le sue alterazioni possono danneggiare la parete intestinale e causare infiammazione e la sintomatologia tipica delle IBD, come dolore addominale, perdita di peso e diarrea. La dieta, di contro, sembra essere utile a gestire le malattie infiammatorie intestinali modulando il microbiota.

Per approfondire questo collegamento, il team si è concentrato su dati pubblicati dal 2019 al 2024. Dall’analisi è emerso che i carboidrati, inclusi i prebiotici come inulina, β-glucani e i fruttooligosaccaridi, sarebbero utili nelle IBD, promuovendo la crescita di batteri benefici come Bifidobatteri e Lattobacilli, che possono aiutare ad alleviare i sintomi. Tuttavia, mentre alcuni studi mostrano effetti positivi sulla permeabilità intestinale e sulla composizione del microbiota intestinale nei pazienti con malattia di Crohn, altri non hanno riportato miglioramenti clinici.

Le proteine, soprattutto quelle di origine vegetale, mostrano effetti antinfiammatori, mentre le proteine delle carni rosse e lavorate possono esacerbare i sintomi delle IBD. Il kefir, poi, avrebbe la capacità di modulare il microbiota intestinale e migliorare i sintomi delle IBD e i grassi, soprattutto quelli insaturi come l’olio d’oliva, avrebbero effetti protettivi contro l’infiammazione e i sintomi delle IBD. Infine, altri componenti importanti della dieta mediterranea sono la quercetina, presente in frutta e verdura, che ha effetti protettivi contro lo stress ossidativo e l’infiammazione; l’astaxantina dei frutti di mare, un altro potente antiossidante con proprietà antinfiammatorie; il licopene dei pomodori, che aiuta a mantenere l’integrità intestinale; la curcumina della curcuma e l’epigallocatechina gallato (EGCG) del tè verde, che sembrano promettenti nel ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo; la vitamina D che è spesso bassa nei pazienti con IBD, ma può essere meglio assorbita tramite la dieta mediterranea.

Fonte: Nutrients 2024

https://www.mdpi.com/2072-6643/16/23/4201

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