HIV: viremia persistente a basso livello associata a malattie non infettive
Tra le persone con infezione da HIV e con una carica virale non rilevabile, la viremia persistente a basso livello […]
Subito dopo l’infezione, l’HIV indurrebbe una presenza durevole formando riserve virali nell’uomo, con cellule che sono infettate dal virus dell’HIV, ma che non lo producono attivamente. E nonostante la terapia antiretrovirale riduca i livelli di HIV nel sangue, una piccola popolazione di cellule infettate persiste in tempo indefinito, rendendo l’HIV, di fatto, una malattia incurabile. È quanto mostra una ricerca pubblicata su Nature.
Per lo studio, un team di ricercatori da diversi istituti americani ha applicato una nuova tecnologia che consente la caratterizzazione multidimensionale di cellule singole, per studiare le cellule di riserva dell’HIV isolate direttamente dalle persone che vivono con l’HIV-1. In questo modo, gli scienziati hanno trovato ‘firme’ in superficie che possono spiegare in che modo alcune cellule di riserva dell’HIV persistono a lungo e resistono alle risposte immunitarie dell’organismo ospite.
I ricercatori hanno raccolto sangue periferico da cinque sieropositivi. Quattro dei partecipanti erano sotto terapia antiretrovirale da circa 10 anni e uno aveva livelli non rilevabili di HIV nel sangue, nonostante non fosse in trattamento. Sono stati analizzati, inoltre, campioni di sangue da due partecipanti, raccolti i primi anni di terapia antiretrovirale e cellule T, CD4+, isolate dai linfonodi.
Per l’analisi, il team ha messo a punto una nuova strategia sperimentale chiamata sequenziamento fenotipico e provirale’, una single-cell nex-generation sequencing per valutare biomarkers sulla superficie di persone infettate dal virus. In questo modo, i ricercatori hanno analizzato più di 530mila cellule del sangue periferico e 396mila singole cellule linfonodali.
Dai risultati è emerso che le cellule del sangue che contenevano provirus avevano, sulla superficie, biomarkers associati ad un aumento della resistenza alle cellule T e NK. E le cellule ‘di riserva’ avevano anche elevate espressioni di markers di checkpoint immunitari che limitano la trascrizione dei geni virali.
Fonte: Nature 2023
https://www.nature.com/articles/s41586-022-05538-8
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