I pazienti con diabete necessitano di un’attenzione particolare durante il Ramadan

Una valutazione pre-Ramadan delle persone con diabete di tipo 2, abbinata a un’istruzione pre-Ramadan e a un aggiustamento del trattamento ipoglicemizzante secondo le raccomandazioni aggiornate del 2020 può prevenire complicanze acute, e consentire un digiuno più sicuro per le persone con la malattia, secondo uno studio pubblicato su Diabetes/Metabolism Research and Reviews.

Il digiuno durante il mese sacro del Ramadan è uno dei cinque pilastri dell’Islam, e non ha lo scopo di creare eccessive difficoltà all’individuo musulmano, secondo i principi religiosi. “È importante che gli operatori sanitari siano consapevoli dei potenziali rischi associati al digiuno durante il mese di Ramadan, principalmente ipoglicemia e iperglicemia” spiega Mahmoud Ibrahim, dello EDC, Centre for Diabetes Education, Charlotte, NC, USA, primo autore del lavoro.

I ricercatori hanno voluto esplorare l’impatto dell’applicazione delle raccomandazioni del 2020 per la gestione del diabete di tipo 2 (T2D) durante il mese di Ramadan. Per questo hanno condotto uno studio in cinque paesi a maggioranza musulmana, ritendendo 660 partecipanti idonei per lo studio. Tuttavia, il 23% ha rifiutato di partecipare per vari motivi. In totale, sono stati quindi arruolati 506 partecipanti, randomizzati a ricevere un’istruzione focalizzata sul Ramadan con trattamento per il diabete aggiustato secondo le raccomandazioni del 2020 o alle cure abituali locali. Alla fine dello studio, i dati di 231 partecipanti nel gruppo di intervento e 221 partecipanti del gruppo di controllo sono stati raccolti dopo che il 12,6% e l’8,7% sono stati persi al follow-up.

Alla fine dello studio il numero di episodi ipoglicemici nel gruppo di intervento era inferiore rispetto ai partecipanti che avevano ricevuto le cure abituali. Il gruppo di intervento presentava ipoglicemia grave in quantità significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo. Rispetto al basale, entrambi i gruppi hanno avuto una riduzione significativa dell’emoglobina glicata (HbA1c), ma i miglioramenti sono stati significativamente maggiori nel gruppo di intervento. Mentre il peso corporeo si è ridotto e il colesterolo HDL è aumentato con l’intervento, questi cambiamenti non sono stati significativamente diversi nel gruppo delle cure abituali.

“Abbiamo dimostrato che un approccio come quello applicato nello studio riduce il rischio di sviluppare una grave ipoglicemia e migliora gli esiti metabolici nelle persone con T2D” concludono gli autori.

Fonte: Diabetes Metab Res Rev. 2022

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/dmrr.3604

Contenuti simili

I più visti