Nuovo approccio infermieristico accelera la guarigione nelle infezioni postchirurgiche
Un recente studio cinese, pubblicato nel 2025 sul Pakistan Journal of Pharmaceutical Sciences, ha analizzato l’impatto di un programma mirato […]
L’infezione materna da SARS-CoV-2 in gravidanza è stata associata a un aumento del rischio di diagnosi negative a livello di sviluppo neurologico entro i 3 anni di età, con effetti più pronunciati dopo l’esposizione nel terzo trimestre e sui maschi. Questi risultati, riportati su Obstetrics & Gynecology da Lydia Shook e colleghi del Massachusetts General Hospital di Boston (USA), evidenziano l’importanza del monitoraggio dello sviluppo neurologico a lungo termine per i bambini esposti in utero a SARS-CoV-2.
La ricerca ha mirato a determinare se l’esposizione all’infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) durante la gestazione fosse associata a un aumento del rischio di outcome neuroevolutivi negativi nei bambini entro i 3 anni di età. Il team ha condotto uno studio retrospettivo su 18.124 nati vivi da donne che hanno partorito tra il 1° marzo 2020 e il 31 maggio 2021.
Tra le 861 donne con gravidanze esposte al SARS-CoV-2 (4,8%), 140 figli (16,3%) hanno ricevuto una diagnosi di alterazione del neurosviluppo entro 36 mesi dalla nascita, rispetto a 1.680 dei 17.263 figli non esposti (9,7%) (odds ratio non aggiustato 1,80, IC 95% 1,49-2,17; odds ratio aggiustato [aOR] 1,29, IC 95% 1,05-1,57, p =0,01). Nelle analisi di sensibilità, gli effetti più significativi, in particolare, sono stati osservati nelle esposizioni del terzo trimestre (aOR 1,36, IC 95%, 1,07–1,72, p =0,01) e tra la prole maschile (aOR 1,43, IC 95%, 1,05–1,91, p =0,02).
Fonte: Obstetrics & Gynecology, 2025