HIV: viremia persistente a basso livello associata a malattie non infettive
Tra le persone con infezione da HIV e con una carica virale non rilevabile, la viremia persistente a basso livello […]
I determinanti sociali di salute, ovvero le condizioni in cui le persone crescono, vivono e lavorano, possono influenzare il rischio di contrarre l’AIDS e la mortalità associata alla malattia. È la principale conclusione cui è arrivato uno studio condotto da un gruppo del Barcelona Institute for Global Health e pubblicato su The Lancet Regional Health – Americas.
Il team ha valutato una coorte di 28,3 milioni di persone, che rappresenta una popolazione a basso reddito del Brasile. Sulla base di dati raccolti tra il 2007 e il 2015, i ricercatori hanno evidenziato che i determinanti sociali correlati a povertà e vulnerabilità sociale sono fortemente associati con un più alto impatto dell’AIDS. Nello specifico, le persone di etnia non caucasica, economicamente svantaggiare e con un basso livello di istruzione, sono interessate, in modo sproporzionato, da un maggiore impatto della malattia.
Una bassa ricchezza, dunque, sarebbe fortemente associata a una più elevata incidenza e mortalità da AIDS. Nello specifico, le persone più povere avrebbero il 55% in più di probabilità di andare incontro ad AIDS e il 99% in più di probabilità di morire a causa della malattia legata all’infezione da virus dell’HIV. E anche un basso livello di educazione determina un 46% in più di probabilità di andare incontro ad AIDS e un 176% in più di probabilità di morire rispetto alle persone con un più elevato livello di istruzione.
Fonte: The Lancet Regional Health – Americas 2023
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2667193X2300128X
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