HIV: viremia persistente a basso livello associata a malattie non infettive
Tra le persone con infezione da HIV e con una carica virale non rilevabile, la viremia persistente a basso livello […]
Uno studio pubblicato su Scientific Reports da un gruppo guidato da Christopher Owens, della Texas A&M University School of Public Health (USA), ha analizzato cosa influenza i medici a prescrivere la profilassi pre-esposizione alle persone a rischio di contrarre l’infezione da HIV. La ricerca ha mostrato che oltre alla provenienza a livello geografico, avere una maggiore conoscenza delle linee guida sulla strategia di prevenzione porta a un aumento delle prescrizioni.
Adolescenti e giovani adulti, nonostante siano gruppi ad alto rischio di contrarre l’HIV, hanno mostrato un’adozione più lenta della profilassi. Dall’analisi è emerso che i medici di base più informati prescrivevano la profilassi pre esposizione agli adolescenti con un tasso maggiore: un odds ratio aggiustato (aOR) di 2,97 (IC 95%, 2,16 – 4,10). Inoltre, prescrivevano di più i medici provenienti dalla regione occidentale degli USA, con un aOR di 1,85 (IC 95%, 1,04 – 3,30). Secondo gli autori, dunque, dovrebbero essere progettati, implementati e testati interventi educativi sugli operatori, per incoraggiare i medici di base a prescrivere la profilassi agli adolescenti idonei. Inoltre, le leggi e l’accesso alle cure, che variano tra i diversi Stati USA, potrebbero essere chiave nel cambiare le abitudini di prescrizione.
Fonte: Scientific Reports 2023
E’ disponibile una nuova versione dell’app MSD Salute: non dimenticare di aggiornarla!