Nuovo approccio infermieristico accelera la guarigione nelle infezioni postchirurgiche
Un recente studio cinese, pubblicato nel 2025 sul Pakistan Journal of Pharmaceutical Sciences, ha analizzato l’impatto di un programma mirato […]
Un recente studio pubblicato su Cardiovascular Development and Disease ha esaminato il ruolo del biomarcatore sST2 (soluble growth stimulation-expressed gene 2) come predittore di complicanze cardiovascolari e mortalità nei pazienti ospedalizzati per Covid-19. Nonostante sia noto che l’infezione da SARS-CoV-2 possa determinare un coinvolgimento cardiovascolare significativo, il valore prognostico di sST2 in questo contesto non era stato ancora chiarito.
Lo studio retrospettivo ha incluso 314 pazienti ricoverati con diagnosi confermata di Covid-19, suddivisi in due gruppi a seconda della gravità clinica: 168 con forme lievi o moderate e 146 con forme gravi o critiche. I livelli plasmatici di sST2 sono stati misurati mediante test ELISA ed è stata analizzata la correlazione con parametri clinici, indici infiammatori, marcatori di danno miocardico e frazione di eiezione ventricolare sinistra.
I risultati mostrano che i livelli di sST2 erano significativamente più elevati nei pazienti gravi/critici (16,877 ng/mL) rispetto ai casi lievi/moderati (6,189 ng/mL) e ai soggetti sani (4,003 ng/mL). L’analisi statistica ha evidenziato una correlazione positiva tra sST2 e i marcatori di danno cardiaco (cTnI, CK-Mb, NT-proBNP), nonché con gli indici infiammatori (IL-1β, hsCRP) e il D-dimero. Al contrario, è stata osservata una forte correlazione inversa tra sST2 e la frazione di eiezione del ventricolo sinistro (r = −0,86).
Attraverso un’analisi di regressione di Cox, si è rilevato che livelli elevati di sST2 predicevano in modo indipendente sia eventi cardiovascolari (hazard ratio = 2,972) sia la mortalità per qualsiasi causa (hazard ratio = 4,681). Inoltre, l’analisi di sopravvivenza di Kaplan–Meier ha mostrato una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari e una sopravvivenza significativamente ridotta nei pazienti con valori elevati di sST2. Secondo la curva ROC, sST2 ha dimostrato una superiorità predittiva rispetto a cTnI e NT-proBNP, con un’area sotto la curva (AUC) pari a 0,898 per gli eventi cardiovascolari e 0,871 per la mortalità.
In conclusione, lo studio conferma che sST2 è strettamente associato a danno miocardico, infiammazione sistemica e prognosi sfavorevole nei pazienti con Covid-19, sottolineando il potenziale ruolo del biomarcatore nella stratificazione del rischio cardiovascolare in ambito clinico.
Fonte:J. Cardiovasc. Dev. Dis. 2025
https://www.mdpi.com/2308-3425/12/7/273