Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
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Uno studio pubblicato su Nature Communication da un team della Northwestern University guidato da Mojgan Naghavi ha fatto luce sul meccanismo con cui il virus dell’HIV-1 causerebbe neurodegenerazione.
Oltre a indurre la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il virus dell’HIV-1 entra nelle cellule del sistema nervoso centrale in circa l’80% delle persone con infezione. Questo fenomeno determina un danno neuronale che spesso porta a disturbi cognitivi associati all’infezione. In uno studio precedente, il team aveva evidenziato che la proteina precursore dell’amiloide (APP) è altamente espressa nei macrofagi e nella microglia e riduce la replicazione del virus HIV-1. Per contrastare questo meccanismo, il virus promuove la manipolazione di APP con la produzione di beta-amiloidi tossici che contribuiscono ai disturbi comportamentali associati all’HIV.
Nell’ultima ricerca, il team ha puntato a identificare i meccanismi della funzione antivirale di APP. I ricercatori hanno scoperto, così, che la manipolazione di APP si verifica in un sottoinsieme di corpi multivescicolari che sono utili anche alla replicazione di HIV-1. In condizioni normali, il processo di formazione della APP porta alla distruzione, nei lisosomi, di questi corpi multivescicolari, un processo che reprime la replicazione del virus. Quest’ultimo, però, riesce a deviare i corpi dai lisosomi in modo da supportare la sua replicazione e aumentando, di contro, la secrezione di proteina beta-amiloide tossica.
Fonte : Nature Communications 2023
https://www.nature.com/articles/s41467-023-40000-x