Utilizzo del trasferimento protonico ammidico (APT) per la prognosi del cancro mammario

Il trasferimento di protoni ammidici (APT) è una nuova tecnica di risonanza magnetica (MRI) che ha mostrato capacità promettenti  nello studio dei tumori. Ryan C Lee e colleghi hanno eseguito una revisione sistematica della letteratura con l’obiettivo  di esaminare l’efficacia della MRI APT nella formulazione della prognosi del cancro mammario. Sono state esplorate in modo esaustivo le banche dati Pubmed ed Embase alla ricerca di lavori specifici sull’argomento.

Alla fine, gli esperti hanno selezionato 14 documenti per un totale di 775 pazienti. È emerso che la MRI APT ha la capacità di distinguere tra lesioni benigne e maligne con un’area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC) fino a 0,959. Esiste una correlazione positiva tra l’intensità del segnale APT e il grado/stadio tumorale e l’antigene Ki-67, mentre non è stata trovata alcuna correlazione con lo stato del recettore ER/PR/Her-2.

È presente una maggiore diminuzione dell’intensità del segnale APT dopo chemioterapia neoadiuvante (NAC) nei pazienti che hanno risposto rispetto ai non responder e questo suggerisce che la MRI APT può servire come un prezioso strumento supplementare nell’identificazione precoce della risposta alla chemioterapia.

Gli Autori concludono che l’APT ha il potenziale per integrare altri metodi di imaging nella diagnosi, prognosi, monitoraggio del trattamento e della gestione del cancro della mammella. Sono comunque necessari ulteriori studi e anche la standardizzazione dei metodi di acquisizione APT.

J Transl Med. 2025 Jan doi

https://translational-medicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12967-025-06153-7

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