Effetti della vitamina D in pazienti con cancro della testa e del collo

La vitamina D è classicamente associata all’omeostasi del calcio e del fosfato, ma recenti ricerche hanno ampliato il suo ruolo includendo diverse nuove funzioni come la regolazione immunitaria, l’infiammazione e le potenziali proprietà antitumorali. Il recettore della vitamina D (VDR) è espresso in oltre 400 tessuti, inclusi quelli della testa e del collo, suggerendo un potenziale legame tra la vitamina D e i tumori della testa e del collo (HNC).

Data la necessità di approcci terapeutici nuovi e migliori, un gruppo di ricercatori ha eseguito una revisione sistematica con la finalità di sintetizzare le evidenze cliniche esistenti sulla relazione tra lo stato della vitamina D e gli esiti clinici nei pazienti con HNC.

Una ricerca bibliografica completa, eseguita su molteplici database, tra i quali PubMed, Google Scholar e Science Direct, ha permesso agli esperti di selezionare 16 documenti in lingua inglese con testo completo, pubblicati tra il 2015 e il 2025, che hanno soddisfatto i criteri di inclusione.

I risultati indicano che la carenza di vitamina D è altamente prevalente tra i pazienti con HNC, con tassi che vanno dal 47% al 95%. Tale mancanza riguarda, in particolare, i tumori in stadio avanzato e quelli sottoposti a trattamenti intensivi.

È stata riportata un’associazione inversa tra i livelli di vitamina D e il rischio di HNC, con livelli sierici più elevati di 25(OH)D collegati a una riduzione del rischio di cancro del 30-32%. Inoltre, livelli più elevati di vitamina D sono correlati a migliori tassi di sopravvivenza e a ridotte recidive, sebbene alcuni risultati manchino di significatività statistica.

Inoltre, le carenze sono associate a tassi più elevati di malnutrizione e a complicanze postoperatorie, rafforzando il ruolo della vitamina D nella stabilità nutrizionale e nel recupero chirurgico. Gli Autori concludono sottolineando quanto sia comune e significativa la carenza di vitamina D in soggetti con tumori della testa e del collo (HNC).

Le evidenze suggeriscono infatti che, sebbene livelli più elevati di vitamina D siano collegati a una migliore sopravvivenza e a minori problemi correlati al trattamento, i benefici, a un certo punto, sembrano stabilizzarsi indicando una relazione più complessa. Inoltre, l’integrazione di vitamina D sembra aiutare a ridurre gli effetti collaterali della chemio-radioterapia come la mucosite, la tossicità cutanea, la disfagia e il dolore, migliorando in definitiva la qualità della vita dei pazienti durante il trattamento.

Fonte; Nutrients. 2025

https://www.mdpi.com/2072-6643/17/7/1100

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