Melanoma cutaneo: impatto della shave biopsy

Un gruppo di ricercatori in Australia e Nuova Zelanda hanno condotto una revisione sistematica e meta-analisi con l’obiettivo di valutare l’impatto della shave biopsy su diagnosi, gestione e sopravvivenza dei pazienti affetti da melanoma.

Lo studio pubblicato nel 2021 su Annals of surgical oncology, ha evidenziato che la shave biopsy ha un alto tasso di positività dei margini profondi e può complicare la gestione dei pazienti a cui viene successivamente diagnosticato un melanoma cutaneo. Questo si tradurrebbe in una modifica dello stadio del tumore o delle raccomandazioni terapeutiche in un numero relativamente basso di pazienti, senza alcun impatto sulla recidiva locale o sulla sopravvivenza. La biopsia per escissione rimane il gold standard di cura per la biopsia accurata di lesioni cutanee sospette per il melanoma.

Nello studio gli autori hanno incluso 14 articoli dal 2010 al 2020, per un totale di 3713 pazienti affetti da melanoma diagnosticato tramite shave biopsy. La meta-analisi rivelava un margine profondo positivo nel 42,9% delle biopsie. Dopo l’escissione locale ampia (WLE), solo il 7,7% dei pazienti riportava una modifica dello stadio tumorale e al 2,3% dei pazienti veniva raccomandato un trattamento aggiuntivo sotto forma di ulteriore WLE e/o biopsia del linfonodo sentinella. Inoltre, nessuno degli studi analizzati riscontrava differenze significative nella sopravvivenza libera da malattia o sopravvivenza complessiva tra la shave biopsy e le altre modalità bioptiche.

Questa è stata la prima revisione sistematica ad aver esaminato l’impatto della shave biopsy sulla stadiazione, sul trattamento e sulla prognosi del melanoma cutaneo. In futuro sarà necessario effettuare ulteriori analisi.

Fonte: Annals of surgical oncology2022-12-21

https://link.springer.com/article/10.1245/s10434-021-09866-3

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