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Uno studio pubblicato nel 2023 su Histopathology e condotto da un team di ricercatori in Polonia ha evidenziato il ruolo promettente del marcatore immunoistochimico PRAME, acronimo di Preferentially Expressed Antigen in Melanoma, nell’identificare melanomi cutanei primari. Il biomarcatore è emerso come un potente strumento diagnostico che potrebbe migliorare la precisione nella distinzione tra lesioni melanocitiche benigne e melanomi.
La ricerca, una revisione sistematica e meta-analisi, è stata condotta con l’obiettivo di stabilire il valore dell’accuratezza diagnostica per valutare sensibilità, specificità, rapporti di verosimiglianza e soglia ottimale per PRAME nel differenziare tra melanomi e lesioni benigne. per fare ciò, gli autori dell’analisi hanno incluso ventisei studi ed esaminato un totale di 2915 lesioni melanocitiche. I risultati hanno rivelato che la soglia ottimale per determinare la positività a PRAME è stata stabilita a un punteggio di 3,11. In termini pratici, questo corrisponde a una valutazione di 3+ nei campioni analizzati. Quando questa soglia è stata utilizzata, la sensibilità del test è stata del 73,5% (con un intervallo di confidenza (IC) del 95% tra il 63,1% e l’81,8%) e la specificità è stata del 91,5% (con un IC del 95% tra l’83,4% e il 95,8%). In confronto, quando è stata utilizzata una soglia di 4+, la sensibilità del test è stata del 67,9% (con un IC del 95% tra il 55,9% e il 95,7%) e la specificità è stata del 95,7% (con un IC del 95% tra il 90,8% e il 98,1%). Pertanto, utilizzando la soglia di 3+ si ottiene una sensibilità leggermente maggiore a scapito di una leggera diminuzione della specificità rispetto alla soglia di 4+, ma entrambe le soglie forniscono risultati diagnostici accurati. Tuttavia, nell’analisi di sottogruppo, il gruppo di lesioni di tipo spitzoide è stato caratterizzato dalla sensibilità e dal rapporto di verosimiglianza diagnostica più bassi di PRAME.
In sintesi, i risultati di questa ricerca forniscono una nuova prospettiva sulla valutazione di PRAME come strumento diagnostico per i melanomi cutanei. Sebbene sia chiaro che il marcatore possa svolgere un ruolo significativo nell’aiutare i clinici nella diagnosi differenziale delle lesioni melanocitiche, ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno il suo potenziale e le sue limitazioni, specialmente nei casi di neoplasmi spitzoidali.
Fonte: Histopathology, 2023
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/his.14904
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