Carcinoma squamoso anale precoce: necessari ulteriori studi

Un gruppo di ricerca statunitense e inglese ha condotto una revisione sistematica per fornire chiarezza sulla definizione e sulla gestione del carcinoma squamoso anale in stadio precoce. Dalla ricerca, resa nota su Cancers nel 2025, è emerso che la prevalenza del carcinoma anale è in crescita e i programmi di screening avviati; nonostante ciò, mancano linee guida chiare e basate su evidenze per il trattamento ottimale dei pazienti con questa patologia.

Riguardo la sua definizione, il carcinoma anale in stadio iniziale è stato prevalentemente definito come T1-2N0M0, includendo in alcuni casi anche il Carcinoma Squamoso Superficialmente Invasivo (SISCCA). Inoltre, il gruppo ha analizzato diversi approcci terapeutici, tra cui l’escissione locale e la chemioradioterapia, entrambe con esiti favorevoli. La prima, seppur efficace, potrebbe rappresentare un trattamento eccessivo in alcuni casi, mentre la sorveglianza dopo la seconda richiede attenzione e cautela. Mentre, l’anoscopia ad alta risoluzione emerge come uno strumento utile per individuare e trattare HSIL (lesioni intraepiteliali squamose di alto grado) o recidive locali precoci all’interno dell’ano.

Nel complesso, i dati sono insufficienti per trarre conclusioni definitive. Per questo, i futuri trial clinici randomizzati e l’impiego di database internazionali saranno fondamentali per sviluppare strategie terapeutiche volte a garantire i migliori risultati oncologici per i pazienti.

Fonte: Cancers 2025

https://www.mdpi.com/2072-6694/17/10/1646

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