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Gli infermieri che hanno lavorato nelle sale operatorie per più di 15 anni hanno il 46-69% di probabilità in più di sviluppare la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) rispetto ai colleghi che non hanno mai lavorato in una sala operatoria.
I disinfettanti e il fumo chirurgico (il sottoprodotto gassoso prodotto dagli strumenti chirurgici che generano calore) sono tra le sostanze chimiche pericolose a cui medici, infermieri e altro personale ospedaliero sono esposti nelle sale operatorie durante le procedure di elettrochirurgia e laser.
L’esposizione a lungo termine a queste sostanze chimiche può aumentare significativamente il rischio di sviluppare una malattia polmonare ostruttiva cronica, secondo un nuovo studio.
Il lavoro si è concentrato sugli infermieri e ha scoperto che il rischio di Bpco tra questi infermieri variava dal tipo di lavoro e dalla quantità di tempo trascorso in sala operatoria. Gli infermieri che hanno lavorato in sala operatoria per 15 o più anni avevano il 69% di probabilità di sviluppare la Bpco, rispetto agli infermieri che avevano un ruolo amministrativo o di formazione infermieristica, o un lavoro non infermieristico.
Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati sulla storia lavorativa delle sale operatorie e l’incidenza della Bpco in una coorte di 75.011 infermieri che lavoravano negli ospedali statunitensi nel 1984. I partecipanti fanno parte del Nurses’ Health Study (Nhs) finanziato dal Nih, uno studio prospettico in corso su più di 121.000 infermieri americani di età compresa tra 30 e 55 anni che hanno completato questionari biennali dal 1976. La durata dell’occupazione in sala operatoria è servita come proxy per l’esposizione degli infermieri agli agenti inalatori, e lo studio ha aggiustato per i fattori di rischio primario Bpco come il fumo di sigaretta e la malattia cronica.
Rispetto agli infermieri che non hanno avuto un impiego in sala operatoria e hanno lavorato in ruoli amministrativi o di formazione infermieristica, o in un lavoro non infermieristico, lo studio ha scoperto che gli infermieri ospedalieri e ambulatoriali avevano rischi più elevati (rispettivamente del 31% e del 24%) di sviluppare la Bpco, e gli infermieri con meno di 15 anni di esperienza in sala operatoria avevano un rischio maggiore del 22%.
Anche se i dati dello studio riflettono le condizioni di lavoro in sala operatoria durante gli anni ’80, i risultati sono applicabili all’ambiente della sala operatoria di oggi, secondo i ricercatori. L’uso di disinfettanti è aumentato negli ultimi decenni, e ci sono poche prove che il pericolo del fumo chirurgico si sia ridotto.
Ora sono necessari ulteriori studi con una valutazione dell’esposizione più dettagliata e recente per comprendere meglio il rischio di Bpco tra il personale ospedaliero esposto ad agenti tossici in sala operatoria.
Fonte: JAMA Network Open