HIV: dal real-world, dubbi sulla soglia della carica virale per la diagnosi
Utilizzando una soglia di 5000 copie/mL per la diagnosi di infezione da HIV c’è un rischio di mancata rilevazione dell’infezione. […]
La terapia antiretrovirale somministrata nei primi giorni di vita dei neonati, piuttosto che dopo settimane o mesi, può andare a sopprimere in modo più efficace e sicuro la quantità di virus HIV nel sangue a livelli non rilevabili. È quanto mostra una ricerca pubblicata su The Lancet HIV e guidata da Deborah Persaud, del Johns Hopkins Children’s Center negli USA.
Per il trial clinico, i ricercatori hanno preso in considerazione 54 bambini, divisi in due gruppi, di cui un gruppo di 34 neonati si è sottoposto a un ‘trattamento molto precoce’, con la terapia somministrata entro le prime 48 ore dalla nascita. Secondo i ricercatori questo schema terapeutico andrebbe a ridurre la formazione delle riserve virali ‘difficili da trattare’, formate da cellule che trasportano il materiale genetico, ma non vengono riconosciute dagli antivirali.
In particolare, dall’analisi dei dati è emerso che, alla fine del periodo di studio di due anni, tra i partecipanti che sono rimasti in soppressione virologica vi era l’83% dei neonati del gruppo trattato in modo standard dopo la nascita, rispetto al 100% dei neonati trattati entro due giorni dal parto. Inoltre, il 64% dei neonati del gruppo trattato in modo standard, vs. il 71% di quelli trattati precocemente, non aveva DNA virale identificabile.
Fonte: The Lancet HIV 2023
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2352301823002369
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