Embolizzazione radioguidata: il futuro per la chirurgia mininvasiva più sicura e rapida

Secondo uno studio pubblicato su La Clinica Terapeutica, in caso di intervento l’uso dell’embolizzazione radioguidata preoperatoria dei principali vasi arteriosi dell’organo bersaglio con diversi agenti embolici, potrebbe rappresentare un grande vantaggio, soprattutto quando si pensa di utilizzare procedure mini-invasive, come la laparoscopia, e in pazienti ad alto rischio di sanguinamento.


“I sanguinamenti che si verificano durante un intervento chirurgico possono essere causati da problemi emostatici di fondo, ma sono generalmente dovuti a un’emostasi locale inefficace. Gli attuali sistemi di coagulazione possono non essere sufficienti per ottenere una buona emostasi, causando, allo stesso tempo, danni ai tessuti” spiega Vincenzo Davide Palumbo, dell’Università di Palermo, e dello Euro-Mediterranean Institute of Science and Technology (IEMEST), Palermo, primo autore dello studio.


I ricercatori sottolineano che la disponibilità dei dispositivi di coagulazione non elimina le difficoltà legate all’isolamento dei vasi, passaggio cruciale delle procedure chirurgiche che richiedono l’asportazione di un organo o parte di esso, in caso di infiammazione o neoplasia.


Secondo gli esperti, questa difficoltà è ancora più evidente, e pesa maggiormente sui tempi operatori, quando il chirurgo si occupa di chirurgia video-assistita, dove le strutture anatomiche sono difficili da rilevare e le manovre di dissezione e separazione diventano più complesse.


“In un prossimo futuro, l’introduzione di un’embolizzazione preoperatoria sicura, efficace e rapida prima delle comuni procedure chirurgiche laparoscopiche, potrebbe generare una vera e propria rivoluzione, e dare luogo a interventi sicuri, veloci e standardizzati in tutto il mondo” concludono gli autori.


Fonte: Clin Ter. 2021

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