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Secondo uno studio pubblicato su Cardiovascular Intervention and Therapeutics, gli interventi coronarici percutanei (PCI) eseguiti dopo una restenosi nello stent non sono associati a esiti clinici peggiori rispetto ai PCI praticati nelle lesioni de novo.
“La restenosi nello stent (ISR) rimane la preoccupazione principale dopo un intervento coronarico percutaneo, ed è generalmente considerata come associata a esiti clinici peggiori. Tuttavia, i dati comparativi su ISR e lesioni de novo sono rari” spiega Mitsuhiro Takeuchi, della Juntendo University Graduate School of Medicine di Tokyo, primo autore dello studio.
I ricercatori hanno cercato di confrontare gli esiti clinici correlati alla PCI tra i pazienti con lesioni de novo e quelli con lesioni ISR. Per questo hanno condotto un’analisi retrospettiva degli individui che erano stati sottoposti a PCI tra il 2013 e il 2020 valutando l’incidenza di eventi avversi cardiaci e cerebrovascolari maggiori (MACCE) e di morte per tutte le cause in un periodo di follow-up di due anni.
In totale, sono stati arruolati 1.538 pazienti, divisi in due gruppi, ovvero un gruppo con lesioni de novo (n = 1.258, 81,8%) e un gruppo con lesioni ISR (n = 280, 18,2%). I pazienti nel gruppo con lesioni ISR erano significativamente più anziani, con una maggiore prevalenza di ipertensione, diabete mellito, dislipidemia e malattia renale cronica rispetto a quelli del gruppo con lesioni de novo.
Gli esperti hanno visto che le curve di Kaplan-Meier non hanno mostrato differenze significative tra i gruppi nell’incidenza di MACCE e di morte per tutte le cause. Dopo aggiustamento per altre covariate, le PCI per lesioni ISR non sono risultate associate in modo significativo con MACCE e morte per tutte le cause.
Fonte: Cardiovascular Intervention and Therapeutics