La terapia inalatoria nella BPCO: impatto dell’invecchiamento

La terapia inalatoria è efficace nel mitigare il rischio di deterioramento clinicamente rilevante (CID) nella BPCO, sebbene tale beneficio protettivo possa risultare attenuato nei pazienti più anziani con compromissione della funzione polmonare. Queste conclusioni emergono da uno studio pubblicato nel 2023 sull’International Journal of Chronic Obstructive Pulmonary Disease condotto con l’obiettivo di esplorare l’impatto dell’invecchiamento sulla CID nei pazienti affetti da BPCO. I ricercatori, provenienti dall’Università Tor Vergata di Roma e dall’Università di Parma, hanno analizzato i dati di 55,219 pazienti con BPCO provenienti da 17 articoli.

I risultati indicano che i trattamenti inalatori mostrano in generale un’efficacia nel ridurre il rischio di CID nella BPCO, con un rischio relativo di 0,81 (intervallo di confidenza al 95%: 0,79-0,84; P < 0,001). L’analisi meta-regressiva evidenzia una tendenza significativa (P = 0,063) nella relazione lineare tra l’età e il rischio di CID. È importante notare che l’età incrementa in modo significativo (P < 0,05) il rischio di CID quando associata a un valore post-broncodilatatore del FEV1 più basso.

In conclusione, questo studio suggerisce che la terapia inalatoria è efficace nel mitigare il rischio di CID nella BPCO, tuttavia, tale effetto protettivo potrebbe essere attenuato nei pazienti più anziani con compromissione della funzione polmonare. Sottolinea inoltre la necessità di condurre ulteriori studi specificamente progettati sulla CID nella BPCO per confermare queste conclusioni in futuro.

 Fonte: International journal of chronic obstructive pulmonary disease

https://www.dovepress.com/clinically-important-deterioration-cid-and-ageing-in-copd-a-systematic-peer-reviewed-fulltext-article-COPD

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