La depressione come comorbilità in pazienti con dolore influisce sul giudizio degli osservatori
Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Pain, il fatto che un paziente con dolore abbia una diagnosi di […]
Per ridurre il rischio cardiovascolare e i decessi in pazienti che ricevono una terapia ormonale per la tiroide, è importante evitare sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo esogeni.
L’evidenza emerge da uno studio condotto da Maria Papaleontiou e colleghi, dell’Università del Michigan di Ann Arbor, che hanno valutato i dati relativi a 705.307 pazienti riceventi un trattamento con ormoni tiroidei.
Durante un follow-up mediano di quattro anni (intervallo da due a nove anni), il 10,8% è deceduto per una causa cardiovascolare. Dopo l’aggiustamento per età, sesso e tradizionali fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, fumo, pregresse malattie cardiovascolari o aritmia), i pazienti con ipertiroidismo o ipotiroidismo esogeno presentavano un rischio significativamente aumentato di morire per una causa cardiovascolare rispetto ai soggetti con eutiroidismo, con hazard ratio aggiustati rispettivamente di 1,39 e 1,29.
“Inoltre, i nostri risultati indicano che il rischio di mortalità cardiovascolare è direttamente associato al grado di anomalia della tireotropina al di fuori del range eutiroideo. I livelli di tireotropina inferiori a 0,1 mIU/L e superiori a 20 mIU/L si correlavano al più alto punteggio di rischio aumentato”, scrivono gli autori dello studio,”Da un punto di vista clinico, gli anziani, in particolare i grandi anziani (di età >/= 85 anni), sembrano essere i più vulnerabili, con un rischio aumentato di mortalità cardiovascolare sia con l’ipertiroidismo che con l’ipotiroidismo esogeno”
“Anche se la variabilità dei livelli di tireotropina e FT4 e gli aggiustamenti del dosaggio di ormoni tiroidei sono un’inevitabile realtà per la maggior parte dei pazienti – concludono i ricercatori – il nostro studio sottolinea l’importanza di un regolare monitoraggio dei risultati dei test della funzionalità tiroidea e la correzione del sovra- e del sotto-trattamento con ormoni tiroidei esogeni per ridurre i danni a carico del paziente, soprattutto per gli anziani a più alto rischio di mortalità cardiovascolare”.
Fonte: JAMA Network Open