
Ansia associata all’infezione da HIV, una scala per valutarla
La HIV Anxiety Scale (HAS) fornisce una misura “robusta” dell’ansia da immunodeficienza umana (HIV), affrontando le limitazioni degli strumenti precedenti […]
L’adeguata valutazione della mortalità precoce dopo interventi cardiaci per endocardite infettiva (IE) rappresenta una questione aperta, così come la definizione del miglior endpoint per i punteggi di rischio chirurgico. Uno studio pubblicato su Frontiers in Cardiovascular Medicine ha analizzato sei diversi punteggi di rischio, confrontandone l’accuratezza nella previsione della mortalità postoperatoria in una popolazione di 991 pazienti sottoposti a 1.014 interventi chirurgici in cinque centri universitari europei.
I ricercatori hanno valutato le capacità di calibrazione, discriminazione e accuratezza di questi punteggi considerando cinque distinti endpoint di mortalità postoperatoria: mortalità ospedaliera, a 30 giorni, a sei mesi, a un anno e un endpoint combinato ospedaliero/30 giorni. I dati hanno mostrato che il 13,1% dei pazienti è deceduto durante il ricovero, mentre il 10% è morto entro 30 giorni dall’intervento. Inoltre, il 10,4% dei sopravvissuti ha registrato decessi tra 30 giorni e sei mesi, e un ulteriore 5,5% tra sei mesi e un anno.
Tutti i punteggi di rischio analizzati hanno dimostrato una buona accuratezza predittiva e almeno una discreta capacità discriminativa per i vari endpoint considerati. Tuttavia, solo uno dei punteggi specifici per endocardite infettiva ha mostrato una calibrazione accettabile per tutti gli endpoint. Gli autori suggeriscono che, data la progressiva riduzione della mortalità durante il primo anno dopo l’intervento, un approccio più completo potrebbe essere quello di riportare sia la mortalità ospedaliera sia quella a un anno, considerandole congiuntamente come endpoint clinicamente rilevanti.
Fonte: Front. Cardiovasc. Med
https://www.frontiersin.org/journals/cardiovascular-medicine/articles/10.3389/fcvm.2025.1543049/full
E’ disponibile una nuova versione dell’app MSD Salute: non dimenticare di aggiornarla!