Tra le persone con infezione da HIV e con una diagnosi di tumore dei polmoni, del seno o della prostata, esistono differenze nel microambiente immunitario tumorale, rispetto ai controlli non infetti. Lo evidenzia una ricerca pubblicata su Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention da un gruppo guidato da Jordan Fenlon, dell’Huntsman Cancer Institute di Salt Lake City, negli Stati Uniti.
Secondo i ricercatori, gli outcome del cancro nelle persone con infezione da HIV possono essere in parte determinati da un diverso microambiente tumorale, per i tumori che si sviluppano nel contesto di una disfunzione immunitaria persistente, come nei casi di HIV. Per approfondire questo aspetto, il team ha raccolto campioni di tumore da persone con HIV, ottenuti in modo retrospettivo. L’espressione di 22 diversi marker immunitari tumorali è stata confrontata tra persone con infezione da HIV e cancro e pazienti a cui era stato diagnosticato lo stesso tipo di cancro, ma senza HIV.
Complessivamente, sono stati analizzati 292 campioni, di cui 51 da persone con HIV (tumore al polmone=17; tumore al seno=14; tumore alla prostata=20). Le cellule positive per PD-1 sono state osservate più di frequente in persone con HIV e cancro al polmone (OR 1,88; IC 95%: 1,02-3,45), mentre le cellule CD11b+ sono state osservate meno di frequente (OR 0,4; IC 95%: 0,17-0,93). Tre marker immunitari erano più abbondanti nelle persone con HIV e cancro al seno, tra cui PDL-1 (OR 3,24; IC 95%: 1,52-6,91), CD14 (OR 3,37; IC 95%: 1,14-10,0) e FOXP3 (OR 1,91; IC 95%: 1,03-3,53). Infine, nelle persone con HIV e cancro della prostata, cinque marker immunitari era più abbondanti, tra cui PDL-1 (OR 5,94; IC 95%: 3,77-9,34); mentre tre marker lo erano meno, tra cui CD14, così come CD16 e CD11c.
Fonte: Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2025
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