Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
Il COVID-19 potrebbe colpire il sistema muscolo-scheletrico e provocare l’artrite reattiva nella sua fase post-infettiva; può agire, infatti, come agente causale o come fattore scatenante dello sviluppo dell’infiammazione acuta anche senza la presenza di anticorpi dovuti a disturbi reumatologici. Queste sono le conclusioni pubblicate da un gruppo di ricerca internazionale nel 2023 su Journal of orthopaedic surgery and research. Gli autori hanno analizzato i dati di ventisette case report, per un totale di cinquantaquattro pazienti, di età media pari a 49,8 ± 14,5 anni, più della metà donne (54%). La ricerca ha sottolineato che l’intervallo di tempo medio tra l’infezione da COVID-19 e la comparsa dei sintomi dell’artrite reattiva era di 22,3 ± 10,7 giorni; la diagnosi e la gestione dell’artrite reattiva erano eterogenee tra gli studi e i sintomi finivano entro pochi giorni in tutti gli studi considerati. All’ultimo follow-up, la totalità dei pazienti erano scarsamente sintomatici o asintomatici e nessuno richiedeva ulteriori terapie o attenzioni.
Pertanto, i medici dovrebbero avere un elevato indice di sospetto quando trattano pazienti con artralgia post-infettiva da COVID-19. Tuttavia, le prove presenti in letteratura sono ancora scarse, quindi, bisognerà effettuare ulteriori studi a sostegno dei risultati ottenuti.
Fonte: Journal of orthopaedic surgery and research
https://josr-online.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13018-023-03651-6#Sec10