Instabilità abitativa e fragilità tra gli adulti con HIV
Sia l’instabilità abitativa che la fragilità sono prevalenti e fortemente associate alle cure per l’HIV, nella popolazione adulta, anche all’interno […]
Una ricerca pubblicata su AIDS ha cercato di identificare eventuali biomarker con potenziale diagnostico e predittivo di condizioni legate all’invecchiamento, come la fragilità, nei pazienti con infezione da HIV. L’indagine è stata condotta da un gruppo spagnolo, guidato da Diana Hernandez-Sanchez, della Fundacion Lluita contra les infeccions di Badalona.
Data la maggiore incidenza e l’insorgenza precoce di patologie legate all’età rispetto alle persone senza HIV, le esigenze sanitarie delle persone anziane con HIV (PWH) stanno cambiando. Ciò sottolinea la necessità di nuovi marker prognostici che consentano di identificare le fasi precoci del deterioramento funzionale e di prevenirne l’avanzamento. A questo scopo, il team spagnolo ha confrontato i marker di imaging muscolare (risonanza magnetica total body) e i biomarker plasmatici (irisina, miostatina, coenzima Q10) tra persone con HIV (n = 50) e senza l’infezione (n = 25) di età pari o superiore a 50 anni, e le loro associazioni con le condizioni cliniche.
Rispetto alle persone senza HIV, quelle con l’infezione hanno mostrato un deterioramento maggiore, tra cui minore autonomia, tassi più elevati di pre-fragilità/fragilità e malnutrizione e ridotta densità minerale ossea. In particolare, uno stato di dipendenza lieve o moderata è stato osservato nei PWH (18,4%), con il 50% di questi a rischio di dipendenza rispetto al 25% di quelli senza infezione. La pre-fragilità, inoltre, era più prevalente nelle persone con HIV (46%) rispetto a quelle senza (28%) e la fragilità era esclusiva dei PWH (14%). I PWH presentavano anche livelli plasmatici più elevati di miostatina e livelli di irisina più bassi. Un contenuto inferiore di grasso intramuscolare è stato associato a malnutrizione e dipendenza, mentre il grasso intramuscolare totale è risultato correlato positivamente al tempo di convivenza con l’HIV e negativamente alla conta delle cellule T CD4. Infine, livelli più elevati di coenzima Q10 sono stati osservati in condizioni di salute più precarie, in particolare fragilità, mentre livelli più elevati di irisina sono stati osservati insieme a fragilità e stato di dipendenza.
Fonte: AIDS 2025
https://journals.lww.com/aidsonline/abstract/9900/muscular_and_plasma_markers_for_early.796.aspx