L’incidenza dell’ulcera peptica segue le stagioni, e aumenta in inverno
Secondo uno studio pubblicato su BMJ Open Gastroenterology, nelle regioni tropicali e subtropicali di Taiwan, si osserva una variazione stagionale […]
I livelli di glutammina nel sangue potrebbero ridurre il rischio di malattia infiammatoria intestinale (IBD), in particolare della malattia di Crohn, nonché di cancro al colon e colite. A ipotizzarlo è una ricerca pubblicata sul Journal of Cancer da un team della Nanchang University, in Cina, guidato da Yang Xie, che ha valutato la popolazione europea. Tuttavia, secondo gli autori, per confermare questa relazione causale sono indispensabili ulteriori ricerche.
Per lo studio, il team ha utilizzato un approccio di randomizzazione mendeliana, andando a indagare le potenziali associazioni causali tra glutammina e IBD, colite e tumori digestivi, a partire da variabili genetiche per l’esposizione alla glutammina identificate da uno studio genome-wide association (GWAS). L’indagine ha coinvolto 114.751 partecipanti, di cui 31.665 con IBD confrontati con 33.977 controlli.
Dall’analisi è emerso che i livelli di glutammina erano inversamente associati alle IBD (OR = 0,551; IC al 95%: 0,343-0,886; P = 0,014), nonché al cancro del colon (OR = 0,998; IC al 95%: 0,997-1,000; P = 0,027) e alla colite (OR = 0,998; IC al 95%: 0,997-1,000; P = 0,020). L’analisi dei sottogruppi ha rivelato un’associazione negativa tra glutammina e malattia di Crohn (OR = 0,375; IC 95%: 0,253-0,557; P = 1,11E-06), ma non con la colite ulcerosa (OR = 0,508; IC 95%: 0,163-1,586; P = 0,244).
Fonte: J Cancer 2024
https://www.jcancer.org/v15p3738.htm
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