Crohn: valutazione non invasiva di recidiva post-operatoria. Uno studio italiano

Un approccio non invasivo che combina ecografia e valutazione della calprotectina fecale può essere usato con affidabilità per rilevare recidive post-operatorie nei pazienti con malattia di Crohn, senza bisogno di colonscopia. È la conclusione cui è arrivato uno studio italiano, guidato da Federica Furfaro, dell’IRCCS San Raffaele di Milano. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Clinical Gastroenterology and Hepatology.

Secondo gli autori, la colonscopia è l’esame gold standard per valutare le recidive post-operatorie nella malattia di Crohn. Tuttavia, si tratta di un test invasivo che può essere scarsamente tollerato dai pazienti. Per la ricerca, il gruppo italiano ha arruolato 91 pazienti, di cui il 66% ha manifestato recidiva post operatoria endoscopica. L’analisi ha identificato che lo spessore della parete dell’intestino, la presenza di linfonodi mesenterici e i valori di calprotectina fecale superiori a 50 mcg/g sono fattori predittivi indipendenti delle recidive endoscopiche.

In particolare, la presenza di linfonodi o la combinazione di uno spessore della parete intestinale superiore a 3 mm e valori di calprotectina fecale superiori a 50 mcg/g sono stati in grado di valutare in modo corretto il 56% e il 75% dei pazienti, rispettivamente, con meno del 5% dei pazienti classificati in modo errato. Viceversa, la combinazione di uno spessore della parete intestinale inferiore a 3 mm e valori di calprotectina fecale inferiore a 50 mcg/g hanno consentito di classificare in modo corretto il 74% dei pazienti, con solo il 4,5% di falsi casi.

FonteClin Gastroenterol Hepatol 2022

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1542356522011314?via%3Dihub

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