Le persone anziane con HIV in fase avanzata necessitano di un supporto supplementare e specifico per gestire la loro malattia cronica e le cure per l’HIV. in questo senso, interventi strutturali che aiutino a costruire la connessione sociale in questa popolazione possono contribuire a una migliore qualità della vita. È quanto mostra, su AIDS Behavior, un team coordinato da Catherine Chantre, della Yale School of Public Health di New Haven (USA).
Le persone anziane con HIV (di età ≥ 50 anni) vivono più a lungo grazie ai progressi nel trattamento dell’infezione virale e delle malattie croniche associate. Il tessuto sociale è spesso collegato a migliori risultati clinici per l’HIV, come un aumento dell’aderenza ai farmaci. Tuttavia, questa popolazione sta vivendo una crisi di connessione sociale dovuta alla riduzione della rete, che può avere un impatto sulla qualità di vita. Il team ha condotto interviste approfondite tramite web conference su 18 persone anziane a cui è stata diagnosticata l’infezione da HIV tardivamente e che si sono rivolte a due cliniche specializzate tra il 2020 e il 2021. Il team ha analizzato, dalle conversazioni, i temi relativi all’influenza della connessione sociale e del tessuto sociale su prevenzione e trattamento dell’HIV.
L’età media dei partecipanti era di 59 anni, il 66% era afroamericano o di colore, il 58% era di sesso maschile e il 67% aveva un reddito lordo inferiore a 25.000 dollari. Sono stati identificati quattro temi: la complessità nell’utilizzo dei vicini come rete sociale, carenti forme di rete sociale basate sulla fiducia, rete sociale di quartiere e stigma dell’HIV e l’auto-responsabilità come risposta a una rete sociale limitata. Sebbene il tessuto sociale possa essere disponibile nella propria comunità, infine, molti intervistati hanno ritenuto di aver bisogno di ulteriori competenze per ottenere o sfruttare tale rete.
Fonte: AIDS Behav 2025
https://link.springer.com/article/10.1007/s10461-025-04946-x
