I batteri “buoni” potrebbero trattare la malattia di Crohn e la colite ulcerosa

Un nuovo studio mostra come un nuovo gruppo di batteri che vivono nel tratto digestivo di individui sani può essere usato per prevenire e trattare la colite aggressiva in modelli murini umanizzati.


L’idea è stata di ripristinare la normale funzione dei batteri protettivi nell’intestino, mirando alla fonte della Ibd, invece di trattare i sintomi con immunosoppressori tradizionali che possono causare effetti collaterali come infezioni o tumori.


I gruppi di batteri vivi si chiamano Gut-103 e Gut-108. Il primo è composto da 17 ceppi di batteri che lavorano insieme per proteggersi e nutrirsi a vicenda. Gut-108 è una versione raffinata di Gut-103, utilizzando 11 isolati umani legati ai 17 ceppi. Queste combinazioni permettono ai batteri di rimanere nel colon per un lungo periodo di tempo, al contrario di altri probiotici che non sono in grado di vivere nell’intestino e passano attraverso il sistema rapidamente.


Gut-103 e Gut-108 sono stati somministrati per via orale tre volte alla settimana a topi “senza germi” (nessun batterio presente) che erano stati appositamente sviluppati e trattati con specifici batteri umani, creando un modello di topo umanizzato. I gruppi di batteri terapeutici hanno funzionato affrontando gli obiettivi a monte, piuttosto che mirare a una singola citochina per bloccare le risposte di infiammazione a valle, e hanno invertito l’infiammazione stabilita, diminuendo anche i patogeni. In pratica hanno aumentato in batteri “buoni”, riducendo i “cattivi”.


Visti gli ottimi risultati, adesso c’è la necessità di testare Gut-103 e Gut-108 in studi clinici di fase 1 e 2 in futuro.


Fonte: Nature Communications

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