La disbiosi del microbioma intestinale nelle prime fase della vita aggrava le coliti

Un gruppo di batteri anaerobi presenti nelle fasi precoci della vita è essenziale nel ridurre il rischio di colite più in là negli anni. È quanto mostra uno studio pubblicato su Research, secondo il quale, inoltre, i plasmalogeni hanno un ruolo cruciale nella progressione della colite e possono attenuare le risposte infiammatorie e invertire la suscettibilità a sviluppare coliti, almeno su modelli animali.

Secondo gli autori, uno dei fattori chiave dietro le manifestazioni delle malattie infiammatorie intestinali come la colite ulcerosa è la disbiosi del microbioma dell’intestino. Per la ricerca, il team ha raccolto campioni di feci da 19 pazienti con colite ulcerosa e 12 individui sani, di età compresa tra 10 e 30 anni. Lo studio si è focalizzato soprattutto sui batteri che producono lipidi che, per via del loro pathway di biosintesi anaerobico, sono associati alla regolazione dell’alterazione, nelle prime fasi della vita, del microbiota intestinale, nella colite. L’incidenza delle coliti, infatti, è associata ad elevati livelli di ROS e riduzione della popolazione di batteri anaerobici.

Studi precedenti avevano indicato che lipidi come il plasmalogeno funzionano da radical scavenger ed antiossidanti endogeni nel promuovere la ferroptosi. Lo studio ha determinato l’associazione tra cambiamenti nella struttura dei microbi intestinali, ferroptosi e sviluppo di coliti. Dall’analisi dei batteri anaerobici, che si trovano nelle fasi precoci della vita dei pazienti con IBD, è emerso che i cambiamenti nei lipidi come il plasmalogeno, dovuti a disbiosi dei batteri anaerobi dell’intestino, aumentano il rischio di ferroptosi e coliti.

Fonte: Research 2023

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37040489/

Contenuti simili

I più visti