
Mutazioni acquisite di resistenza ai farmaci e terapie anti-HIV
Una ricerca pubblicata su AIDS ha evidenziato che il rischio di mutazioni acquisite di resistenza ai farmaci (aDRM) è ridotto […]
L’infezione da HIV può portare a una riduzione della conta dei neutrofili e a danni al sistema immunitario attraverso molteplici vie. La neutropenia grave determina una prognosi peggiore, rendendo essenziale la diagnosi tempestiva e il trattamento della neutropenia in questa popolazione. È quanto evidenzia una ricerca condotta da un team del Zhongnan Hospial della Wuhan University, in Cina, guidato da Pengpeng Li. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Virology Journal.
La neutropenia si presenta frequentemente come una manifestazione ematologica tra le persone affette da HIV/AIDS. Lo studio ha esplorato i fattori associati alla neutropenia nelle persone con HIV/AIDS e il significato prognostico attraverso l’analisi retrospettiva di dati clinici da 780 pazienti suddivisi in due gruppi in base alla conta assoluta dei neutrofili (ANC): neutropenico (ANC < 2,0 × 109/L, 33,7%) e non neutropenico (ANC ≥ 2,0 × 109/L, 66,3%). In entrambi i gruppi, i ricercatori hanno analizzato le co-infezioni, gli esami del sangue, gli indicatori di infezione, la sottopopolazione linfocitaria, la citologia delle cellule del midollo osseo, la morfologia del midollo osseo e la prognosi.
Dai risultati è emerso che l’aumento della proteina C-reattiva (PCR) (p <0,001), dei monociti (MONO) (p =0,011), dei linfociti CD19+B (p =0,008) e dei granulociti del midollo osseo (p =0,017) erano fattori protettivi per la neutropenia nelle persone con HIV/AIDS. Inoltre, il gruppo con neutropenia di grado 2 (ANC < 0,5 × 109/L) aveva una prognosi peggiore rispetto al gruppo con neutropenia di grado 1 (0,5 × 109/L ≤ ANC < 2 × 109/L, p =0,019) e al gruppo senza neutropenia (ANC ≥ 2,0 × 109/L, p =0,008). Infine, l’età avanzata (p = 0,002), i livelli di emoglobina più bassi (p =0,001) e una ridotta proporzione di granulociti del midollo osseo (p =0,002) erano associati a una prognosi peggiore nelle persone con HIV/AIDS.
Fonte: Virol J 2025
https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12985-025-02624-x
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