
Mutazioni acquisite di resistenza ai farmaci e terapie anti-HIV
Una ricerca pubblicata su AIDS ha evidenziato che il rischio di mutazioni acquisite di resistenza ai farmaci (aDRM) è ridotto […]
Nonostante le strategie di trattamento avanzate abbiano migliorato gli indicatori di salute delle persone con HIV, sono emerse nuove sfide tra i più anziani. Per ottimizzare le cure in questa popolazione, dunque, sono necessari interventi su misura che affrontino le difficoltà di queste persone. Lo evidenzia una ricerca pubblicata su AIDS da un gruppo spagnolo, guidato da Andreu Bruguera, dell’Universidad Autonoma di Barcellona.
Nello studio longitudinale, il team ha esaminato i cambiamenti nelle tendenze epidemiologiche e di mortalità tra persone con infezione da HIV di età pari o superiore a 60 anni dal 1998 al 2021. I partecipanti sono stati divisi in quattro coorti retrospettive, riflettendo l’epidemiologia mutevole dell’infezione da HIV: 1998-2003, 2004-2008, 2009-2014 e 2015-2021. Ogni periodo includeva pazienti in follow-up che avevano compiuto 60 anni. Per lo studio, sono state analizzate e confrontate le caratteristiche sociodemografiche e cliniche tra i periodi e sono stati valutati i fattori associati alla mortalità a 5 anni.
Dai risultati è emerso che tra gli over 60 con HIV, è aumentata la percentuale di infezioni attraverso l’uso di droghe per via endovenosa (4,7% nel 1998-2003 contro il 24,7% nel 2015-2021), così come tra coloro nati fuori dalla Spagna (7,5% contro il 21,8%), insieme a una percentuale minore di diagnosi tardive di HIV (59,9% contro il 46,8%). Questi dati riflettono un cambiamento nel profilo epidemiologico degli over 60 con infezione da HIV. Inoltre, la presenza di ≥3 comorbilità è emersa come un fattore predittivo significativo della mortalità a 5 anni nell’ultima coorte, mentre la conta delle cellule CD4+ <200 cellule/μl all’età di 60 anni ha perso significatività, sottolineando la transizione verso l’era delle malattie croniche della pandemia di HIV.
Fonte: AIDS 2025
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