La fibrosi epatica nel diabete è legata a complicazioni vascolari
La fibrosi epatica, comune nei diabetici di tipo 2, è rilevante per molte complicazioni diabetiche macrovascolari e microvascolari. Questo è […]
I risultati di uno studio pubblicato su Scientific Reports mostrano che una aumentata concentrazione di metalli misti nel sangue, e anche di solo piombo, può portare a un aumento del rischio di malattia renale diabetica tra i pazienti con diabete di tipo 2.
“Gli studi sulla correlazione tra esposizione a metalli e malattia renale diabetica (DKD) sono scarsi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto dei metalli misti sulla DKD. Noi abbiamo cercato di esplorare l’associazione tra metalli pesanti nel sangue e rischio di DKD tra pazienti con diabete mellito di tipo 2 (T2DM)” spiega Hongling Zhao, del Beijing Luhe Hospital Capital Medical University, Pechino, Cina, che ha diretto il gruppo di lavoro.
I ricercatori hanno arruolato pazienti con diabete di tipo 2 dal NHANES 2011-2020 e hanno esaminato i valori nel sangue di piombo (Pb), cadmio (Cd), mercurio (Hg), selenio (Se) e manganese (Mn) e la relazione tra metalli e DKD è stata esaminata in base a età, sesso, indice di massa corporea (IMC), ipertensione, e stato di fumatore. In totale sono stati arruolati 2.362 partecipanti per l’analisi finale. Tra questi, 634 (26,84%) pazienti con diabete di tipo 2 presentavano DKD. L’analisi dei dati ha indicato che Pb era correlato positivamente con una maggiore incidenza di DKD. Inoltre, l’esposizione a metalli misti era significativamente e positivamente correlata a DKD. L’analisi dei sottogruppi durante la regressione logistica ha dimostrato che Pb era significativamente e positivamente correlato a DKD nelle donne, di età superiore ai 50 anni, in quelle con IMC oltre 25 kg/m2, senza ipertensione, non fumatrici. L’albumina sierica (ALB) non ha regolato l’impatto indiretto di Pb nel sangue sul rischio di DKD. “Saranno necessari ulteriori studi per convalidare i risultati di questo lavoro e illustrare il meccanismo biologico rilevante” concludono gli autori.
Fonte: Sci Rep. 2024
https://www.nature.com/articles/s41598-024-77996-1
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