Colangite biliare e diabete sono legati da una relazione causale bidirezionale
Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Endocrinology, tra il diabete di tipo 1 e la colangite biliare primitiva esiste […]
Uno studio pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology ha evidenziato un’associazione significativa tra malattia renale cronica (CKD), proteinuria e rischio di endocardite infettiva (IE) nei pazienti affetti da diabete mellito. I risultati suggeriscono che la presenza di proteinuria, anche in assenza di un marcato deterioramento della funzione renale, costituisce un importante fattore di rischio per lo sviluppo di IE.
La ricerca ha utilizzato dati provenienti dal database nazionale del Korean National Health Insurance Service, includendo 866.918 soggetti con diabete che avevano effettuato un controllo sanitario nel 2009. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi in base al tasso di filtrazione glomerulare stimato (eGFR) e in sei gruppi in base al grado di proteinuria rilevato tramite stick urinario. Il follow-up si è protratto fino a dicembre 2018, con una durata mediana di 12,3 anni.
Durante il periodo osservazionale, si sono verificati 821 casi di endocardite infettiva. I pazienti con eGFR <60 mL/min/1,73 m² presentavano un rischio significativamente aumentato di IE rispetto a quelli con eGFR ≥90 (hazard ratio aggiustato, aHR: 1,357; IC 95%: 1,098–1,676). Tuttavia, è emersa una relazione ancora più forte tra il rischio di IE e il grado di proteinuria, con un aumento progressivo del rischio in parallelo all’aggravarsi della proteinuria, indipendentemente dalla funzione renale.
Questi risultati indicano che la proteinuria potrebbe rappresentare un marcatore di rischio più rilevante dell’insufficienza renale moderata per lo sviluppo di IE nei pazienti diabetici. Tuttavia, gli autori sottolineano alcune limitazioni metodologiche, tra cui l’utilizzo di dati amministrativi e la valutazione dei parametri renali in un unico momento, che potrebbero aver introdotto errori di classificazione e confondenti residui, come l’assenza di aggiustamento per esposizioni sanitarie (ad esempio, procedure invasive o ricoveri).
Fonte: European Journal of Preventive Cardiology
https://academic.oup.com/eurjpc/advance-article/doi/10.1093/eurjpc/zwaf430/8211968#google_vignette