Fattori lipidici e rischio di retinopatia diabetica: esiste un’associazione a U negli uomini

La retinopatia diabetica (DR) rappresenta una delle più frequenti e gravi complicanze microvascolari del diabete mellito di tipo 2 (T2DM), con un impatto clinico significativo soprattutto nei pazienti di sesso maschile. Tra i numerosi biomarcatori metabolici oggetto di studio, i livelli sierici a digiuno di acidi grassi liberi (free fatty acids, FFAs) stanno emergendo come potenziali predittori del rischio di retinopatia diabetica.

Un recente studio trasversale condotto presso l’Affiliated Hospital of Qingdao University di Qingdao, in Cina, e pubblicato su Scientific Reports, ha indagato l’associazione tra FFAs e retinopatia diabetica in una popolazione di uomini cinesi con diabete di tipo 2.

“Abbiamo osservato una chiara relazione a forma di U tra i livelli di acidi grassi liberi e il rischio di retinopatia diabetica” spiega Jintao Chen, autore principale dello studio. “Questo significa che non solo i livelli elevati, ma anche quelli molto bassi di FFAs sono associati a un rischio aumentato di sviluppare la complicanza oculare, un dato che sottolinea la necessità di un equilibrio metabolico più preciso nella gestione del paziente diabetico” prosegue l’esperto.

Lo studio ha incluso 781 uomini con diabete di tipo 2, e ha analizzato parametri clinici, biochimici e oftalmologici. I livelli mediani di FFAs erano inferiori nel gruppo con retinopatia diabetica rispetto a quello senza (0,35 vs 0,41 mmol/L). Tuttavia, la regressione logistica non ha mostrato una correlazione lineare significativa tra FFAs e retinopatia diabetica. È stata invece la curva spline cubica a rivelare una relazione non lineare a forma di U, confermata anche nelle analisi per sottogruppi stratificati per età, durata del diabete, indice di massa corporea e consumo di alcol. “I nostri risultati indicano che sia un eccesso sia una carenza di FFAs possono contribuire allo sviluppo della retinopatia diabetica, con implicazioni importanti per la personalizzazione del controllo metabolico” concludono gli autori.

Fonte: Sci Rep. 2025 

https://www.nature.com/articles/s41598-025-07001-w

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