Tumore gastrico: la Linked Color Imaging più efficace dell’endoscopia nel rilevare le neoplasie

I ricercatori della Tokyo Medical and Dental University (TMDU) descrivono, in un articolo pubblicato dalla rivista Annals of Internal Medicine, una nuova tecnica endoscopica per rilevare le neoplasie del tratto gastrointestinale superiore : il Linked Color Imaging (LCI).

La tecnica consiste nell’osservare il tratto digerente superiore con un’illuminazione che combina specifiche lunghezze d’onda al fine di riconoscere delle lievi differenze nella colorazione della mucosa.

L’endoscopia del tratto gastrointestinale superiore è un esame di routine eseguito per rilevare alterazioni tumorali o neoplasie nella faringe, nell’esofago e nello stomaco e viene eseguita con il White Light Imaging (WLI).

LCI combina luce bianca e luce a banda stretta a lunghezza d’onda corta in un rapporto specifico che approfondisce ed esalta il contrasto delle tonalità rosse e bianche, intensificando così le sfumature della mucosa.

Altri studi hanno descritto il ruolo dell’ LCI nella diagnosi istologica dei tumori del tratto gastrointestinale superiore, questo lavoro compara su larga scala la nuova tecnica e l’imaging classico con la luce bianca.

“La nostra ricerca è stata condotta in 19 ospedali in tutto il Giappone, coinvolgendo 1.502 pazienti sottoposti a sorveglianza per cancro gastrointestinale”, spiega il dottor Shoko Ono, autore principale dello studio.

I pazienti sono stati sottoposti a endoscopia del tratto gastrointestinale superiore con entrambi i protocolli WLI e LCI. La metà prima con WLI e poi con LCI, l’altra metà prima con LCI e poi con WLI.

“Lo studio strutturato in questo modo ha garantito l’accuratezza diagnostica; una tecnica fungeva da backup e controllo incrociato sull’altra, i risultati dell’analisi sono stati poi confermati da un esame istopatologico”, precisa Ono.

La nuova tecnica ha permesso di rilevare le lesioni nell’8% dei pazienti, mentre l’illuminazione a luce bianca nel 4,8%. Il WLI non h rilevato delle lesioni esistenti nel 3,5% dei soggetti, contro lo 0,67% del Linked Color Imaging.

Questi dati mostrano, secondo gli autori, la superiorità di LCI rispetto allo screening endoscopico convenzionale poiché la prima tecnica ha una capacità di 1,67 volte maggiore di rilevare la neoplasia.

“I nostri risultati rappresentano un valido motivo per una più ampia adozione di questa modalità nella sorveglianza delle sezioni del tratto digerente aa cui si può accedere endoscopicamente”, commenta il professor Mototsugu Kato, autore senior dello studio.

“Tuttavia occorrono ulteriori ricerche per confermare la sua efficacia anche in un contesto ‘reale’ in cui lo screening viene effettuato sulla popolazione generale”.


Fonte: Annals of Internal Medicine

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