Vitamina D ad alte dosi non influenza l’incidenza di diabete di tipo 2
L’assunzione di vitamina D a dosi significativamente più alte di quelle raccomandate non influenza l’incidenza del diabete di tipo 2 […]
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Inflammation Research, livelli bassi di vitamina D sono correlati alla presenza di diabete mellito di tipo 2 nella popolazione obesa.
“Sebbene studi osservazionali abbiano riportato una correlazione tra carenza di vitamina D e diabete mellito di tipo 2 (T2DM), le prove epidemiologiche sono limitate. Pertanto, abbiamo studiato la correlazione tra la malattia e la vitamina D nel sangue, i lipidi, la pressione sanguigna, e gli indici di insulina in una popolazione obesa” spiega Zhi-Jun Shen, dello Hubei Third People´s Hospital Affiliated to Jianghan University, Wuhan, Cina, che ha diretto il lavoro.
I ricercatori hanno studiato 1.440 partecipanti, tra cui 990 soggetti obesi, 470 senza diabete e 520 con la malattia. Sono stati misurati i livelli sierici di vitamina D, e l’associazione tra bassi livelli e diabete di tipo 2 nei soggetti obesi è stata esaminata utilizzando analisi di regressione multinomiale e lineare. Tra i partecipanti, il 35% aveva livelli di vitamina D carenti o insufficienti. Rispetto ai controlli sani, i soggetti obesi, in particolare quelli con diabete di tipo 2, presentavano livelli di vitamina D inferiori. L’analisi di regressione logistica multinomiale ha mostrato che i soggetti obesi con diabete di tipo 2 avevano un rischio gradualmente crescente di avere livelli di vitamina D desiderabili, insufficienti o carenti. Nei soggetti obesi con diabete di tipo 2, i livelli di vitamina D erano inversamente correlati con gli indicatori di rischio per il diabete, come i livelli di HbA1c, l’insulina a digiuno e HOMA-IR. In soggetti obesi senza diabete, la vitamina D è stata associata negativamente al rischio di avere la malattia a un follow-up di cinque anni. “Questa scoperta indica che l’ipovitaminosi D può essere un potenziale fattore di vulnerabilità biologica per lo sviluppo di diabete di tipo 2 nei soggetti obesi” concludono gli autori.
Fonte: J Inflamm Res. 2024
https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.2147/JIR.S475180
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